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di Gianluca Vitale
Reina 5,5 – Nel giorno del suo trentunesimo compleanno, si regala e regala più di un brivido alla retroguardia azzurra. Il primo, ad inizio partita, quando Paloschi gli soffia palla e rischia il gol-beffa a seguito di una carica. Il secondo, più decisivo, 24′ dopo: Pepe esce male e, complice l’indecisione di Britos, regala la gioia personale proprio all’ex Milan. Neanche il tempo di rifiatare, ed è impegnato in una deviazione angolata: è necessario un suo colpo di reni per togliere dal sette una traiettoria velenosissima. Bella la parata su conclusione di Radovanović dalla lunga distanza. Può poco sul secondo tap-in di Paloschi che lo fredda nuovamente al 40′.
Maggio 5,5 – Subito impegnato. Inizia con delle buone diagonali difensive sui tagli pungenti di Sestu. Poco intraprendente in progressione, sbaglia qualche appoggio di troppo. Perde totalmente la bussola verso la mezz’ora: regala a Paloschi la palla del possibile 2-2 con un tocco di testa sbilenco; al 28′, lo lascia libero sul gol del pareggio andando molle a contrasto. Meglio nel secondo tempo, quando mostra maggiore sicurezza nelle discese offensive.
Albiol 6 – Regista arretrato. Legge bene gli affondi avversari. Scivola spesso alle spalle di Britos, risolvendo situazioni intricate in cui l’uruguaiano appare visibilmente in difficoltà. Si inverte col compagno di reparto nella ripresa. Pulito in chiusura, spazza via senza troppi complimenti quando necessario.
Britos 5 – Impacciato con la sfera tra i piedi. Usa le maniere forti su Théréau; troppo deboli quelle su Paloschi, che lo fa tremare con la sua velocità. Indeciso sul primo gol del Chievo: concorso di colpa con Reina nell’occasione.
Zúñiga 6,5 – Imprendibile nel dribbling (ormai non è una novità); buone le verticalizzazioni iniziali per Hamšík. Solite sgroppate. Gioca a fisarmonica per tutta la partita, allungandosi e rientrando con grande scioltezza. Spinge molto nel primo tempo, è più diligente nella ripresa. Partecipa attivamente al possesso palla sovrapponendosi con Insigne. Entra bene tra le linee ma pecca di lucidità in occasione del raddoppio clivense, non chiudendo con decisione su Hetemaj. Splendido un suo tiro radente che nel secondo tempo fa la barba al palo sinistro di Puggioni.
Behrami 6 – Uomo-pressing. Velocizza la manovra con tocchi rapidi e tenta il tiro da fuori senza grandi successi. Prova un salvataggio portentoso sul raddoppio di Paloschi ma non può nulla: è troppo lontano quando parte in soccorso di Maggio ed arriva tardi di un soffio. Più nervoso del solito, si arrabbia con se stesso e i compagni per il calo di concentrazione nel momento caldo della gara. (Dal 65′ Džemaili 6 – “Abbiamo tanta fame di vittoria“. Proverbiali le parole dello svizzero nel prepartita. Entra in campo e fa il suo, pur non emergendo per dinamismo ed incisività. Si piazza davanti alla difesa e smista palla con una certa disinvoltura).
Inler 6,5 – Più di spada che di fioretto. Generoso come non si vedeva da tempo. Partecipa attivamente alla rottura del gioco avversario e alla costruzione delle ripartenze. Dà equilibrio e aiuta costantemente il compagno di reparto. Propositivo nella ripresa, quando tenta in più occasioni il tiro mancino dalla lunga distanza.
Insgine 7 – Schierato a sorpresa al posto di Pandev dal 1′, parte a corrente alternata. Le accelerazioni iniziali non sembrano le solite e si limita a fare gioco di squadra. Buona la cerniera con Zúñiga sulla sinistra, ma i tacchetti non lo aiutano e più volte scivola prima dell’aggancio. Eppure è solo il preludio: dopo venti minuti, parte lo show. Subisce falli sulla trequarti e delizia il pubblico con stop spettacolari. Suo l’ennesimo assist per Hamšík; si ripete nella ripresa regalando a Higuaín un passaggio illuminante per il 2-4. Sconvolge il ritmo della partita al rientro dagli spogliatoi. Il cambiamento è evidente: indietreggia meno e trova maggiore ampiezza, e giovarne è tutta la manovra: Lorenzo lascia costantemente l’avversario sul posto col primo dribbling, favorendo gli inserimenti dei compagni. Chiedere a Marek e Gonzalo, che ringraziano e portano a casa l’ennesima gioia personale.
Hamšík 7 – Il migliore. Sempre bravo ad uscire dalla zona di attacco per farsi trovare in appoggio agli esterni. Solite grandi geometrie; quando Higuaín gli viene incontro, prova subito a infilarsi alle sue spalle per far male a Puggioni. Al 12′ incastona sul palo lontano una gemma di rara bellezza, a conclusione di un’azione corale da applausi. È un colpo da biliardo da quasi ventitré metri. Parte un po’ in sordina nella ripresa, ma è sempre lì, in zona gol, per siglare la doppietta: si defila sulla destra e al 64′ e trafigge al volo Puggioni con una freddezza disarmante. La partita, ancora una volta, l’ha vinta lui. (Dal 73′ Pandev 6 – Sfiora l’eurogoal da posizione angolata: stop e tiro di prima intenzione che spaventa il portiere. Per il resto, gestione intelligente del corpo e la consueta sagacia tattica).
Callejón 6,5 – Che piede. Più arretrato del solito, cerca di innescare Higuaín ad ogni giocata. Ottime le sue aperture a tagliare tutto il campo in orizzontale. Tende ad accentrarsi penetrando tra le linee: è da uno dei suoi inserimenti che nasce il gol del momentaneo 1-2. Al posto giusto nel momento giusto: questa la sintesi perfetta dell’ex ‘pupillo’ di Mourinho, non a caso inamovibile anche nel modulo di Benítez.
Higuaín 7 – Dai due volti. Il Primo squillo al 7′ con un gran tiro che piega le mani del portiere avversario. Buoni i movimenti a venire incontro e poi scappare dietro le spalle di Cesar. Sontuoso l’assist per Callejón al 27′: attacca la profondità, prende il tempo a Sardo e premia l’inserimento del compagno sul secondo palo con un tunnel ‘galactico’. Pressa moltissimo, ma è più volte impreciso nella conclusione. Si procura ottime azioni andando a contrasto con cattiveria. Nel secondo tempo l’evoluzione: imprendibile sulla lunga distanza, corre come un ossesso e regala sprazzi di pregevole fattura. Sul finire trova la prima rete in Serie A grazie ad una splendida intuizione di Insigne. (Dal 74′ Armero 6 – Sgomita molto e spinge bene sull’out di competenza).
Benítez 6,5 – Per oltre 15′ il suo Napoli è (quasi) perfetto: sembra di ammirare un simil-Real per percentuale di possesso. Dopo poco, però, la doccia fredda. Non esulta al gol di Callejón ed è preoccupato dalle incertezze di Britos. Più volte, infatti, è beccato a dare direttive al difensore uruguaiano su come marcare Paloschi. Mai visto tante volte a bordo campo come nel primo tempo col Chievo. In compenso, dopo l’intervallo è tutta un’altra squadra: di nuovo sicura dei propri mezzi, cinica e a dir poco straripante. Nulla di più lodevole che sapersi rialzare dopo una caduta. E questo Napoli ha dimostrato di saperlo fare alla grande. Attraverso i suoi uomini migliori, Inler incluso: da tempo lo svizzero non giocava così bene e ne va dato merito al mister, che gli ha concesso fiducia fino all’ultimo minuto.
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