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Le scelte. Da comunicare più che fare. Perché Benitez ha le sue certezze. Una squadra in testa. Un’identità che sembra destinata a rimanere. Pure se poi si giocherà ogni tre giorni, e il turn over più che un vezzo, una filosofia, diventerà un’esigenza. Per ora sono però questi. Almeno, pare. Con un dubbio solo, un unico ballottaggio. Che ha comunque un favorito: Goran Pandev. Lui più di Insigne, secondo il ‘Corriere dello Sport’. L’influenza, gli allenamenti saltati giovedì e la sensazione (data a Benitez) d’essere forse un po’ scarico. Anche se in ripresa e con la voglia di andare in campo. Prendersi il San Paolo. Cresce Insigne. Però c’è Pandev. Così pare, così dovrebbe. Almeno fino a formazione ufficiale contraria. Quando Rafa farà le scelte definitive. E potrebbe anche sorprendere. Pandev a sinistra insomma. Pandev e non Mertens. Pandev che è tutto in questo Napoli: il jolly, il multiuso d’attacco, l’uomo per tutti i ruoli. Alternativo ad Hamsik, vice Higuain, utile a destra e ora pronto anche per l’altra fascia. Pandev ovunque. Dove serve, gioca. Centravanti d’emergenza e pure nei tre alle spalle di Higuain. Lui sì titolare, il Pipita. Titolarissimo. Perché è cambiato l’allenatore, mica il vocabolario. E non c’è espressione migliore per chi sarà sempre o quasi là davanti, in area. Per far gol. Higuain il 9, Pandev un passo dietro a sinistra, Callejon opposto, Hamsik in mezzo: l’elastico, quello che sulla lavagnetta ha tutte le quattro frecce accese. Lo slovacco dovrà inserirsi, allargarsi, abbassarsi per giocare la palla. Dovrà far tutto. E’ l’uomo in più di centrocampo e il primo a buttarsi dentro. Tempi e spazio, l’evoluzione continua del calcio di Marek.
Sarà il primo Napoli di stagione. E perciò ancora, e anche, un po’ l’ultimo, l’erede di quello passato, il successore con tutte le virtù e qualche colpa da espiare. Armero e Dzemaili sono squalificati. E allora c’è Inler in mezzo. Spalla di Behrami. Svizzeri napoletani di lotta e di governo. E’ la al centro che si fa calcio. E lì che Benitez vuole che la palla giri veloce. Possesso, intensità, pressing alto: Mazzarri aveva i suoi codici, Benitez i princìpi. Anzi, i principi. Nel senso “reale” del termine: Real Napoli. Rea(u)l Albiol, il centrale, la guida, il perno, il ministro di una difesa con Britos sottosegretario. Quattro quelli dietro, e mai tutti i bloccati. Un esterno si sgancerà sempre, l’altro stringerà per fare la diagonale. Maggio ha sprintato su Mesto. Zuniga a sinistra. Pepe Reina il portiere. Squadra fatta, insomma. Quasi. Perché i dubbi sono certezze. E poi si giocherà di continuo.
G.V.
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