di Gennaro Arpaia (Twitter J3nius9)
Nella penuria mondiale di centrali difensivi di livello, si erge all’orizzonte, quasi come profetico, il nome di Mamadou Sakho, francese classe 1990, uno dei più forti in giro per il pianeta nel suo ruolo nonostante la giovane età.
Sono tanti i nomi che si son fatti per la nuova retroguardia azzurra, una retroguardia che, dopo un quadriennio ed anche più di difesa a tre, è da un paio di mesi alla ricerca dell’intesa migliore, quella che porterà gli uomini di Benitez ad abbracciare un quartetto difensivo, composizione tattica che all’ombra del Vesuvio non si vedeva dai tempi del pre-fallimento.
Proprio in quest’ottica, s’inserirebbe il nome di Sakho, un calciatore che, seppur appartenente ad una squadra di tutto rispetto, il Paris Saint Germain che i tifosi azzurri conoscono bene, sarebbe pronto ad una nuova avventura nell’anno del Mondiale, date anche le incomprensioni contrattuali nate tra il suo entourage e la società parigina.
Il contratto del giovanissimo francese scadrà il prossimo giugno 2014 e all’interno della ricca rosa a disposizione di Blanc non è detto che avrebbe la continuità che un 23enne desidererebbe. Ecco perchè i Top Club europei si sono interessati a lui, ecco perchè anche Benitez farebbe bene a farci un pensierino.
La carriera, seppur ancora agli albori di Sakho, sembra quella di un predestinato.
Cresciuto nelle giovanili del Paris FC, seconda squadra della capitale transalpina, gli osservatori del Psg si accorgono di lui nel 2002 quando lo prelevano e lo affidano alla loro ‘cantera‘.
L’esordio con la prima squadra Sakho lo compie a soli 16 anni e un anno dopo mette al braccio la sua prima fascia di capitano; è il 2007, gli sceicchi non sono ancora arrivati a Parigi, eppure sono tutti innamorati di lui.
Nel 2008 la prima vittoria di squadra, la Coppa di Lega, poi la Coppa di Francia nel 2010. Cominciano ad arrivare i primi acquisti importanti, poi le campagne di mercato faraoniche: Alex, Camara, fino a Thiago Silva, ma Sakho è sempre li a tenersi il posto.
Vince la Ligue 1 lo scorso anno e di conseguenza la Supercoppa di Francia.
In Nazionale, tutta la trafila: è da tre anni ormai stabilmente nel giro della selezione maggiore.
In annate come queste dove i centrali difensivi di qualità scarseggiano, accaparrarsi uno come lui vorrebbe dire mettere a posto la difesa per i prossimi dieci anni. Senza considerare che Sakho sa destreggiarsi bene anche da terzino sinistro, ruolo che in azzurro è coperto per ora dal solo Armero, con la difficile situazione Zuniga.
Se è da sempre etichettato come erede di Thuram un motivo ci sarà.
Perché si: Talento, qualità, carattere. Sakho a 23 anni è già tra i primi al mondo nel suo ruolo. Fisico da corazziere abbinato ad una velocità insospettabile per uno di 187 centimetri. In più, è in scadenza di contratto.
Perché no: Tra i punti interrogativi potrebbe esserci l’ambientamento in una realtà diversa da casa sua, ma non è un ostacolo insormontabile. Se non fosse in scadenza avrebbe già un costo inaccessibile per gran parte dei club italiani.