di Gianluca Vitale e Sabrina Uccello
La “Mondial Sport Management and Consulting S.a.r.l.” è una delle agenzie di procuratori più influenti nel panorama calcistico mondiale. Tra i suoi assistiti, passati e recenti, si annoverano nomi del calibro di Edison Cavani, Olivier Giroud, Fernando, Ramires, Victor Moses, Lucas Pezzini, Blaise Matuidi, Lacina Traoré, Paulo Dybala e tanti altri; insomma, diversi giocatori che, in un modo o nell’altro, sono stati in più occasioni accostati al Napoli. Per saperne di più, la redazione di NapoliCalcioLive.com ha intervistato in esclusiva Marco Antonio Diaz Cordero, agente FIFA che opera in Spagna in qualità di talent scout e corrispondete della MSManagement, cui fornisce contatti internazionali e giovani calciatori (tra i più noti, Paul Pogba della Juventus e Gerard Deulofeu Lázaro del Barçelona).
Partiamo dalla notizia del momento: Cavani ed il suo messaggio d’addio ai tifosi. Qual è, a suo avviso, il reale motivo che lo ha spinto a lasciare Napoli?
“In poco tempo Edinson è diventato un attaccante molto ambito sul mercato europeo e, come spesso in questi casi, una sua cessione era ormai inevitabile. D’altronde, sono assolutamente certo che non rimarrà a lungo neanche a Parigi: cambierà aria al massimo entro due anni. Il motivo? Sempre lo stesso: calciatori di quel livello aumentano esponenzialmente il proprio valore ad ogni stagione. Pensate a quando fu preso dal Napoli nel 2010: da allora la sua importanza è radicalmente cambiata, e non è un caso che prima del PSG si sia parlato di un interessamento di Real Madrid, Chelsea e Man City. Però ai tifosi voglio dire anch’io una cosa: non devono preoccuparsi troppo, Benitez è un allenatore capace e saprà sostituirlo degnamente” .
Insomma, il tecnico può rivelarsi a sorpresa il vero asso nella manica.
“Esatto. Posso assicurare che si tratta di un allenatore formidabile, che definirei ‘spettacolare’, sebbene immagino avrà bisogno di un altro anno prima di imporsi in Italia come in Inghilterra. Lo conosco bene, è uno di quei manager che si preoccupano da vicino delle infrastrutture: segue costantemente le giovanili in cerca di nuovi talenti da lanciare in Prima Squadra, coltivando personalmente il rapporto con le famiglie. Non solo è preparatissimo sotto l’aspetto tattico ma, sin dai tempi di Madrid, anche umanamente è una spanna sugli altri”.
Il Napoli ha recentemente concluso diverse trattative proprio col Real. In che modo il vuoto lasciato dal ‘Matador’ potrà essere colmato dai nuovi acquisti? Si tratta realmente di giocatori ‘galactici’ o l’impatto con un calcio così diverso rischia di limitarli?
“Non so dirvi nel dettaglio di che matrice siano gli accordi stipulati con le’ Merengues’, se si tratti cioè di scambi secchi o ‘vincolati’; però di certo sono tutti ottimi investimenti che aiuteranno la rosa ad acquisire una fisionomia più internazionale. Non dimentichiamo che stiamo parlando di una delle società meglio assortite a livello mondiale. Hanno una grande capacità di trarre profitto attraverso contratti molto vantaggiosi per tutte le parti: questo è un aspetto importante per la direzione sportiva di un club di ‘stelle’, nonché la ragione per cui i loro tesserati sono poi ritenuti pezzi ‘pregiati’. Quanto al sostituto di Cavani, Higuaín è un attaccante di enorme talento: veloce, determinante nelle finalizzazioni e nell’uno contro uno. Come in tutte le squadre con grandi campioni, in passato ha vissuto un po’ all’ombra di Ronaldo, rispetto al quale sembrava forse meno incisivo. Eppure non è così e col Benfica ne avete avuto un assaggio. Son certo che a Napoli troverà la sua definitiva consacrazione”.
Che campionato si aspetta invece da Callejon?
“Mourinho ha saputo trarre il meglio da lui, ora il difficile sarà confermarsi. Nell’Espanyol giocava con palleggiatori come Marqués, Verdù, Jarque e Luis García: una formazione di grande fantasia; da loro ha imparato l’estro e ereditato alcune caratteristiche che lo hanno aiutato ad emergere in patria. È un calciatore brillante, polivalente, dallo spiccato spirito agonistico, che è poi quanto chiede Benitez. Dategli tempo e farà impazzire il San Paolo. Ha bisogno di serenità e tranquillità; con questi presupposti potrà esplodere e diventare un grande”.
Chi forse destava qualche perplessità in più è Raúl Albiol. I sondaggi dicono che la sua cessione è stata accolta con un ‘grido di liberazione’ dagli spagnoli. Come se lo spiega? Son davvero troppi i 12 milioni spesi dal Napoli per il suo cartellino?
“Albiol è un ottimo difensore e può perfettamente giocare in una squadra di Serie A o in un top club europeo. Il suo problema, se vogliamo, è lo stesso di Higuaín: è stato adombrato da mostri sacri come Sergio Ramos, ma non per questo va deprezzato. Fidatevi: farà benissimo”.
Da Lucas a Giroud, passando per Ramires e Moses del Chelsea, son tanti gli “inglesi” accostati al Napoli nell’ultimo mercato. Vede fattibile il trasferimento di uno di questi in azzurro?
“Sicuramente Ramires e Lucas sono gli indiziati numero uno a lasciare i propri club, tuttavia hanno ancora un contratto in essere che li vincola a restare. Probabilmente, se Bigon od altri presentassero un’offerta realmente appetibile alle due società, queste potrebbero cambiare idea e lasciarli partire. C’è però da dire che l’appeal della Serie A non è lo stesso della Premier, e non solo per una questione di soldi. Non a caso Giroud si trova molto bene in Inghilterra e dubito che Wenger voglia privarsi del suo bomber dopo aver perso già Gervinho”.
Secondo i media, l’aspirazione segreta di Benitez si chiama Mascherano. Crede che resterà solo un sogno o potrà invece realizzarsi?
“Mascherano è un magnifico interditore, per me uno dei migliori centrali e centrocampisti difensivi del calcio mondiale. Grande professionista, ha dalla sua un’esperienza internazionale invidiabile e porterebbe grande qualità alla rosa. Per quanto non possa sbilanciarmi, vi dico che giocatori come lui o del livello di Giroud e Matuidi sono ambiti da tante altre squadre italiane: Milan e Juventus, fino a Roma e Catania. Sono molto ricercati perché possono fare la differenza, ma il problema è che trasferimenti così importanti richiedono un’ingente somma di denaro per ingaggi e diritti di immagine, il che rende tutto più complicato. Di interessamenti ce ne sono stati e ce ne sono ancora molti, però puntualmente le operazioni portate a conclusione si contano sulle dita di una sola mano”.
Sulla base di questo ragionamento, anche Fábio Coentrão sarebbe ben lontano dal vestire l’azzurro. Eppure De Laurentiis ha già stupito cedendo con Higuaín sui diritti d’immagine…
“Avete perfettamente ragione, eppure non so quanto la cosa potrà nuovamente ripetersi in futuro. Inoltre personalmente non vedo Coentrão un giocatore da Napoli. Benitez preferisce infatti un altro tipo di sterni ed ha in mente dei nomi ben precisi, anche più importanti del portoghese”.
Del tipo?
“Calciatori che per esempio abbiano una maturata esperienza, e non solo qualche anno, da fluidificanti (Coentrão nasce come esterno offensivo, ndr), capaci quindi di ricoprire agilmente tutta la fascia, uno po’ come avveniva all’epoca del Liverpool. In attacco vuole invece elementi ancora più tecnici e che gli assicurino una spinta ‘equilibrata’. Se dovessi suggerirne uno, terrei d’occhio Fernando Marqués, ex compagno di Callejon all’Espanyol ormai svincolatosi dal Parma”.
Chiudiamo con una panoramica sul suo “mondo”: il Settore Giovanile. Da anni la Spagna è leader indiscussa; l’Italia potrà mai avvicinarla? D’altronde parliamo delle due finaliste dell’Europeo U-21; come spiega tanta differenza? Da un lato i vari Insigne ed Immobile che ancora sgomitano per imporsi in Serie A, dall’altro talenti come Thiago Alcántara ed Isco che già valgono 40 milioni…
“La differenza maggiore sta alla base, nella gestione dell’aspetto umano, nell’importanza data ai soldi e nel rapporto coi giornalisti, che spesso fanno solo il male dei giovani. Dal punto di vista tecnico, è innegabile che la Spagna stia portando avanti una produzione di talenti senza eguali; al contrario in Italia si continua a dare fiducia a giocatori come Cassano, Pirlo, ecc. Son tutti molto bravi, sia chiaro, però finché non capirete che è necessario avere dei ricambi ancor prima che i vostri campioni si ritirino, cambierà ben poco. Per esempio, nel caso del Barçelona, quando Guardiola era giocatore già si stava preparando Xavi, al quale succederà probabilmente lo stesso Alcántara. Difatti, quando Guardiola poi si ritirò, nella squadra B già c’erano giocatori pronti a sostituirlo, proprio come accadrà in futuro con Fabregas e compagni. Il segreto per riuscirci è solo uno: dare una possibilità ai Primavera anche nelle grandi partite, ovvero ciò che sta facendo oggi Benitez con Insigne. È questo che manca all’Italia: non la qualità, ma la mentalità”.
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