ESCLUSIVA @DIMARO – Cavasin: “Ho studiato Benitez, vi svelo i suoi pregi: ecco uomini chiave ed errori da evitare”

Di Gianluca Vitale

 

“Siamo solo all’inizio. Si è cambiato totalmente stile di gioco, ma questa è una fase di preparazione ed è normale che alcune cose ancora non funzionino. L’ultimo test, poi, è stato condizionato dalla pioggia (il riferimento è all’amichevole contro il Carpi a Carciato, ndr), un vero e proprio nubifragio. Si sta lavorando, i nuovi si stanno inserendo e solo il tempo saprà dirci quanto potranno essere utili alla causa”. Alberto Cavasin, allenatore italiano che ha avuto alle sue dipendenze numerosi giocatori del Napoli, non ha dubbi sul nuovo corso targato Rafa Benitez. Panchina d’Oro di Serie A nel 2000, l’ex tecnico della Sampdoria è stato intercettato in esclusiva da NapoliCalcioLive.com a Dimaro, dove per due giorni ha seguito da vicino i metodi di allenamento della squadra azzurra.

 

Nonostante quanto di buono fatto da Mazzarri, crede che con un coach di stampo internazionale come Benitez si avrà quella marcia in più che è mancata in Europa gli anni scorsi?

“Il nuovo mister è stato preso perché i risultati possono essere superiori a quelli fin qui conseguiti, ma molto dipenderà dai  giocatori presi e che verranno ancora acquistati”.

 

Chi sarà l’elemento chiave, a suo avviso? Forse Hamšík, che conosce bene per averlo allenato al Brescia?

“Marek è sempre stato un leader per i compagni. Col Carpi lo abbiamo visto in una posizione diversa, in cui potrà fare bene perché il ruolo di trequartista è sicuramente nelle sue corde. Da lì potrà prendere più facilmente palla in uscita e smistarla sugli esterni, dialogare con le punte o proporsi in zona goal. È la collocazione più congeniale alle sue caratteristiche. Ci sarà solo da limare l’intesa col nuovo acquisto Higuaín”.

 

Secondo lei l’argentino vale Cavani?

“Sulla carta sì e lo ha già dimostrato. In più proviene da una società importante e quindi saprà stare in un ambiente difficile e di grandi pretese come quello napoletano. Non dimentichiamo che lo stesso Cavani, quest’anno, sarebbe ripartito da zero e non è detto che avrebbe fatto benissimo. Per giudicare Higuaín dobbiamo ancora aspettare i fatti, è vero, ma di una cosa sono sicuro: De Laurentiis si è dimostrato il giocatore più importante in assoluto e finché ci sarà lui, la squadra sarà ogni anno più competitiva per il campionato e le coppe”.

 

Ha vinto la Panchina d’Oro col 3-5-2 e l’unico campionato della sua carriera con il 4-4-2. Da un punto di vista tattico, che difficoltà incontra un difensore passando da un modulo a tre ad uno schieramento a quattro?

“È tutta una questione di equilibri. La difesa non dovrà essere abbandonata a se stessa: servono due mediani bloccati, una copertura diversa da tutti i centrocampisti, o si rischia di avere una formazione sbilanciata. Il segreto sarà quindi nelle zone mediane e laterali del campo”.

 

E dire che Maggio (lanciato da Cavasin a Firenze nel 2003 ed allenato anche a Treviso due anni dopo, ndr), ha dimostrato in Nazionale di soffrire il ruolo di terzino basso…

 “Da quanto ho visto finora, Benitez sa bene come giostrare gli esterni e dubito che avrà problemi. Christian è prevalentemente un giocatore offensivo, ma l’importante è che se si attacca con un terzino, qualcuno assicuri copertura ai centrali dall’altra parte. Non bisogna attaccare su due fronti, ma su uno per volta.  È una questione di movimenti che verranno perfezionati solo attraverso il gioco: l’amalgama è possibile unicamente col lavoro di gruppo, quindi finché Maggio non verrà provato con i compagni, non potrà assimilare bene gli schemi”.

 

 Altro suo ex è Dossena. Conosce bene Benitez sin dai tempi di Liverpool, gli darebbe una chance quest’anno?

“Andrea è bravo ed ha peculiarità utili al nuovo gioco del Napoli. Fossi in loro, me lo terrei stretto per alternarlo con Armero nel corso del campionato. Le partite saranno tante e fa sempre bene avere in rosa giocatori di esperienza e di sicuro affidamento”.

 

Giudizio probabilmente ancora affrettato: chi vede più attrezzato per lo Scudetto? L’Inter può vantare un Mazzarri in più; la Roma sta investendo molto; la Fiorentina, su tutte, si presenta col duo spaventoso Rossi-Gomez…

“Montella è molto bravo e potrà contare su giocatori che faranno la differenza. Il Milan, se mantiene il ritmo del finale di stagione scorso, lo vedo alla pari con la Juve, la cui rosa è stata ulteriormente migliorata in attacco. La Roma sta costruendo una squadra finalmente più pratica, ma non è facile dire cosa accadrà; se andrà come deve, probabilmente assisteremo all’anno migliore dell’ultimo triennio. L’Inter con Mazzarri può avere una marcia diversa, ma solo se riuscirà a dare l’impronta di concretezza e velocità vista a Napoli”.

 

A proposito di Juventus: Vucinic e Matri alcuni dei nomi per il vice-Higuaín. Come vedrebbe il montenegrino, suo ex a Lecce?

“Parliamo di uno dei più forti in quel ruolo. Sarebbe sicuramente un gran colpo. Può giocare in tutte le posizioni dell’attacco: largo, come piace a Benitez, dietro la prima punta, così come Pandev, o da ultimo terminale offensivo. Lo prenderei di corsa. Meglio lui di Matri”.

 

Stagione 2002-2003. La Florentia Viola, settima in classifica in C2, esonera Vierchowod e assolda Cavasin, che la guida alla promozione. Tanti giovani promettenti, su tutti l’allora sconosciuto Alessandro Diamanti, che si alternò tra Campionato Primavera, Prima Squadra e Viareggio. A distanza di dieci anni, ‘Alino’ sarebbe un giocatore da Napoli?

“Assolutamente sì. Casi come i suoi sono molto rari nel mondo del calcio. Ha viaggiato tanto, si è imposto nelle nostre serie minori, in Inghilterra ed infine di nuovo in Italia, dove ha deciso di tornare per giocarsi le possibilità di una convocazione in Nazionale. Adesso è tra i migliori e non a caso fa gola a molti nonostante i trent’anni di età. Magari sarebbe l’ideale per dare il tempo a Mertens e Callejon di ambientarsi al nostro campionato”.

 

Quanto deve migliorare ancora, invece, El Kaddouri?

“Quando allenavo il Brescia nel 2009, Omar era già tra i più interessanti della categoria. Lo lanciammo perché sicuri del suo valore, ma è sotto gli occhi di tutti che, seppur bravo, deve ancora maturare. In tal senso, è un bene che sia andato al Torino, dove avrà modo di crescere lontano dalle aspettative di una piazza molto pressante”.

 

Chiudiamo il ‘viaggio’ passando per Frosinone. Stagione 2007-2008, la penultima di Fabio Pecchia da giocatore. Si aspettava di ritrovarlo un giorno sull'”altra” sponda?

“Mi avrebbe fatto piacere incontrarlo di persona per complimentarmi con lui. Un professionista esemplare ed una persona squisita,  uno degli acquisti migliori fatti dal Napoli negli ultimi anni. Ha tutto per far bene come allenatore. Benitez avrà un aiutante di grande livello”.

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