Omar El Kaddouri si lascia andare a quelle che sono le sue prime dichiarazioni da giocatore del Torino. Ecco quanto evidenziato da Torinogranata.it:
Quali sono le prime impressioni da giocatore del Torino?
“Sono un po’ stanco, come tutti, e sento le gambe pesanti, non posso arrivare a dire che la corsa sia il mio punto forte, però non è mai stata un problema per me. L’impressione è positiva, con il gruppo e con il mister si lavora bene e tanto, quindi per il momento sta andando tutto bene”.
L’anno scorso ha giocato nel Napoli che è una piazza molto calda ed esigente come quella di Torino. Si sente pronto ad affrontare questa nuova sfida?
“A me piacciono molto le tifoserie calde, infatti, una delle ragioni che lo scorso campionato mi ha fatto scegliere il Napoli è stata questa, così come venire quest’anno al Torino. Spero di fare bene in granata, il mister mi ha spiegato il tipo di gioco che vuole e penso sia perfetto per le mie caratteristiche”.
Si sente più trequartista o seconda punta?
“Cinque anni fa avrei detto trequartista, ma da allora a oggi ho ricoperto molti ruoli da mezz’ala a seconda punta ed anche esterno e mi trovo bene quando gioco nella parte centrale del campo, quindi sia mezz’ala sia trequartista sia seconda punta. E’ meno nelle mie corde il ruolo di esterno perché mi piace essere nel vivo del gioco e questo il mister lo sa”.
Il Torino lo scorso campionato ha giocato prevalentemente con il 4-2-4 e adesso potrebbe passare al 5-3-2, lei con quale modulo si trova meglio?
“Sono abituato al 3-5-2 perché a Brescia abbiamo giocato sempre così sia con Cosmi sia con Sonetti sia con Calori, solo con Scienza si giocava con il 4-4-2. Quindi il 3-5-2 è un modulo che fa per me e avrò facilità a entrare subito nell’idea che ha il mister del gioco, ma posso adattarmi anche ad altri schemi”.
Sceglierebbe di collocarsi più come metodista, regista o mezz’ala nel 3-5-2?
“Mezz’ala perché come metodista serve essere molto bravi nella fase difensiva, bisogna essere “feroci”, per dirla con parole di Mazzarri, ed io sotto quest’aspetto devo migliorare ancora molto poiché ho fatto il trequartista e poi la mezz’ala”.
Ventura chiede ai giocatori del reparto offensivo di “sacrificarsi” in fase di copertura, si sente pronto anche a questo?
“Mazzarri da questo punto di vista penso che sia uno degli allenatori più esigenti, quindi sono pronto a farlo poiché sono abituato a una fase difensiva molto disciplinata”.
A Napoli l’hanno paragonata a Hamsik, da lui che cosa ha imparato?
“Tante cose, perché allenarsi ogni giorno con campioni del suo calibro è come ricevere un regalo. Vedere che ogni giorno danno il massimo, anche se sanno di essere fra i migliori al mondo, è un grande stimolo. Essere stato a Napoli, malgrado non abbia giocato molto, mi ha permesso di migliorare. Ho osservato molto Hamsik durante gli allenamenti, ma i paragoni non mi piacciono più di tanto. Gioco come El Kaddouri e provo a dare il massimo cercando di migliorare giorno dopo giorno. Credo sia un po’ esagerato essere paragonato a Hamsik o a Zidane, preferisco far vedere sul campo le mie qualità”.
Quali obiettivi ha per questa stagione?
“Un obiettivo fisso non l’ho, ma vorrei giocare e realizzare qualche gol e qualche assist, perché l’anno scorso è stato un po’ difficile riuscirci: mi allenavo tutti i giorni, però non avevo grandi occasioni di scendere in campo, per il resto mi sono trovato bene a Napoli”.
E’ stato un nazionale nelle giovanili del Belgio e poi ha scelto la Nazionale marocchina, come mai?
“Quando per le Olimpiadi il Marocco mi ha chiamato ho scelto di andarci non per far parte della squadra olimpica, piuttosto perché i miei genitori sono marocchini e seppur io abbia vissuto in Belgio e tenga a quella nazione ho ricevuto un’educazione che rispettava le tradizioni del mio paese d’origine e quindi per questo motivo ho risposto affermativamente alla chiamata della Nazionale marocchina. Nel mio cuore mi sento più marocchino che belga”.
Di conseguenza lei è di religione musulmana?
“Sì sono musulmano praticante, anche se non seguo il Ramadan perché ho provato a farlo l’anno scorso, ma ho rischiato di stirarmi poiché non mangiare e bere durante il giorno toglie le forze. Quindi durante il ritiro è difficile seguire questo dettame religioso poiché dovrei sottopormi a un programma personalizzato che non si concilia appieno con la preparazione al campionato, molti altri giocatori musulmani non seguono il Ramadan perché è poco compatibile con il lavoro di calciatore”.
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