C’erano una volta i tre tenori… Marek Hamsik ora è rimasto il solo, leader incontrastato del nuovo Napoli, anello di congiunzione, tra presente, passato e futuro, come scrive la ‘Gazzetta dello Sport’. Al quotidiano lo slovacco ha rilasciato una lunga intervista che vi proponiamo di seguito.
Lei ormai è una bandiera: le offerte delle big d’Europa non le prende nemmeno più in considerazione…
«Io qui mi trovo bene, conosco tutto e tutti, c’è sempre un grande progetto ogni anno. E migliorare è possibile».
A differenza di quanto sostiene Diamanti in riferimento alla lunga militanza di Totti nella Roma, e cioè che è facile essere bandiere a suon di milioni di stipendio, lei crede ancora nei sentimenti?
«Sì, io ci credo. Oggi è più difficile, ma io voglio diventare come Totti e Del Piero, ho bisogno di qualche altra stagione. Spero di riuscirci, questa che inizia è la settima stagione in azzurro, ma ho fame di vittorie come il primo giorno in cui ho messo piede a Napoli».
Che Juve sarà con Tevez e Llorente in più?
«Semplicemente più forte di prima. Si è rinforzata sulla base di un gruppo d’acciaio, che ha dominato negli ultimi due anni. Tevez ha fatto bene ovunque ed è stato un grande acquisto, Llorente è un bomber di razza, ha conquistato grandi consensi nell’Athletic Bilbao, però deve confrontarsi con l’Italia. Ma ha talento da vendere. In attacco la Juve è davvero eccellente».
E l’Inter di Mazzarri? Che cosa porterà il tecnico che lei conosce di più?
«I nerazzurri vengono da una stagione complicata, Mazzarri purtroppo per noi li riporterà presto in alto. Lui è maniacale, è attento a tutto. Con lui ho avuto e ho uno splendido rapporto. Posso dire che è un grande uomo, soprattutto un uomo vero. Non sorride mai? Non è vero, e poi è un aspetto del carattere personale, ognuno ha il suo».
Che ne pensa di Kovacic? Riuscirà Mazzarri a farne un nuovo Hamsik?
«Kovacic è un buon giocatore, l’ho visto all’opera e sa gestire bene il pallone. Può fare il mio ruolo, ma poi dipenderà dai numeri e dalle statistiche: vedremo i risultati alla fine della prossima stagione».
Che effetto le farà sfidare proprio Mazzarri?
«Non sarà di sicuro una partita come tutte le altre. Ma un gol a lui o a un’altra delle nostre concorrenti per lo scudetto avrà lo stesso sapore. Walter ha fatto la sua scelta, si viene e si va, la sfida è aperta a tutti».
La Fiorentina di Gomez?
«Direi anche la Fiorentina di Rossi, che tornerà e farà vedere grandi cose. Gomez, comunque, è un ottimo giocatore, che segnerà tanti gol e sarà un traino per tutto l’ambiente. I viola sono destinati a crescere».
Anche Lazio e Milan diranno la loro in chiave scudetto?
«I biancocelesti non hanno cambiato molto, la conferma di Petkovic darà i suoi effetti positivi, come sempre lotteranno su tutti i fronti, così come il Milan. Che non ha bisogno di presentazioni e lotterà per lo scudetto fin dalla prima giornata».
Arrivano ancora messaggi di ammirazione dai dirigenti rossoneri?
«Col Milan è finita due anni fa. E sono felice di aver scelto di restare a Napoli».
A voi resta il ruolo di anti-Juve, più che mai dopo l’ultimo campionato. Ma, a ben guardare i movimenti di mercato in che posizione di classifica colloca finora il Napoli?
«Noi siamo forti, ne sono convinto, e ci rafforzeremo ancora di più. Abbiamo speso finora 30 milioni, ne verranno investiti altri».
Ma non c’è più Cavani…
«Ha fatto la sua scelta. Vuol dire che arriverà un altro attaccante con più motivazioni, che ci darà una mano e segnerà tanti altri gol. Certo, è difficile prendere un altro come Edinson».
Dovesse scrivergli una letterina esprimerebbe più delusione per la sua decisione di partire o indifferenza?
«Lo ringrazio per quello che ha fatto, non aggiungo altro».
Senza di lui tirerà lei stavolta punizioni e rigori?
«Le punizioni non credo, ma i rigori sì. Non ho paura delle pressioni eccezionali e, quando ci sarà l’opportunità, tirerò senza problemi».
Le piacerebbe avere in squadra il suo connazionale Skrtel, conosciuto pure da Benitez?
«E’ un grande difensore, ci darebbe un contributo notevole. Benitez lo conosce bene da Liverpool. Entrambi diamo il massimo anche in nazionale. Purtroppo abbiamo risorse limitate e il Mondiale è compromesso: posso dire che il Napoli è la mia nazionale».
Che futuro auspica per suo cognato Gargano?
«Tornerà dalle vacanze e resterà con noi».
In questi primi giorni di lavoro che cosa nota di diverso con Benitez rispetto al passato di Mazzarri?
«Abbiamo parlato molto, mi ha detto quel che vuole da me. Tanto possesso palla e incursioni. E mi ha chiesto soprattutto di segnare 15 gol, spero di mantenere la promessa».
Si sente gratificato dai continui paragoni con le stelle del passato di Benitez, Gerrard e Lampard?
«Se il mister me lo chiederà, sono pronto a giocare anche davanti alla difesa, non mi sentirei uno spreco, i gol Gerrard e Lampard li segnavano lo stesso partendo da una posizione più arretrata. Da trequartista mi sento più pericoloso di un attaccante, comunque».
Quanti gol si aspetta da Mertens, Callejon, Insigne e Pandev, senza Cavani?
«Almeno 50 gol, tutti dobbiamo diventare in qualche modo bomber…».
Qual è l’obiettivo principale di Hamsik?
«Vincere qualcosa, alzare un trofeo, il ricordo della Coppa Italia è un’emozione grandissima e non ci si abitua mai alle vittorie. Noi lotteremo per lo scudetto e speriamo di andare più avanti possibile in Champions League. Il Napoli può compiere un altro passo in avanti la prossima stagione, nonostante la concorrenza sia fortissima in Italia e in Europa».
E a Marek Hamsik, simbolo di questa squadra senza più confini, la fascia di capitano quando verrà consegnata?
«E’ giusto che quella fascia al braccio la abbia Paolo Cannavaro, in ogni squadra ci sono delle gerarchie che vanno rispettate. In futuro, certo, mi piacerebbe averla, ma per adesso va benissimo così».
Che cosa le manca nella vita, Hamsik?
«Una femminuccia. Ho già due bimbi maschi, sarebbe ora…»
A.I.
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