Le sue parole rimbalzano in ogni angolo del pianeta, perché Edinson Cavani è oggi uno degli attaccanti più ricercati del mondo. La redazione di NapoliCalcioLive.com, onde evitare qualsiasi equivoco sulle dichiarazioni rilasciate dal Matador al quotidiano spagnolo Marca (visionabili a questo link), ha effettuato una traduzione fedelissima al fine di chiarire il vero senso delle parole riportate nell’intervista. La riportiamo di seguito.
Edinson Cavani ci riceve in una sala dell’albergo dove alloggia l’Uruguay. Non è uno che dice troppo. Al centro dell’attenzione c’è la sua possibile partenza dal Napoli. E’ prudente e si dice legato al club italiano, però…
Parlaci un po’ di te. Si sa poco del Cavani non calciatore.
“E’ vero, la gente mi conosce poco. Mi piace la tranquillità e non apparire molto sui giornali e in tv. Non sono per niente mediatico, provo a tenere un basso profilo. Il posto migliore per dimostrare chi sono è il campo ed è per questo che mi alleno durante la settimana.”
Quali sono le tue origini, come hai iniziato a giocare a calcio?
“All’inizio non giocavo da attaccante, ero più un 10, un ‘volante’ che creava gioco. Ho iniziato così. Crescendo poi ho capito che avevo sempre e solo il gol come obiettivo e allora a 14 anni, passando a giocare nel campo regolamentare, un allenatore ha iniziato a provarmi da centravanti, e mi è piaciuto tanto. I movimenti mi venivano naturali, sentivo dentro una voglia di urlare al gol innata.”
Non certo un inizio semplice, comunque.
“No, vengo da una provincia periferica, da Salto, e ho iniziato a giocare con il Liverpool di Montevideo. Però mi sentivo solo, mi mancava molto la mia famiglia. Sono tornato a Salto e poi a 16 anni sono tornato nella capitale, quando mi sono convinto che sarei potuto diventare un calciatore professionista. Sono entrato nella ‘cantera’ del Danubio.”
In Spagna ti vedono come un ‘9’ classico. E’ così?
“Non sono un 9 statico d’area di rigore, di quelli che usano il corpo per proteggere il pallone. Non come un Luca Toni, per intenderci. Mi ritengo più un ariete mobile, che cura molto anche la parte difensiva e aiuta la squadra. Per me è importante correre anche per gli altri, rubare palla e servire qualche assist. Sostanzialmente mi piace tanto giocare libero di esprimermi.”
Guardi molte partite?
“Solo le più importanti, principalmente la Champions e poco altro. Preferisco fare altro nel mio tempo libero, come ad esempio stare con la mia famiglia. Non mi ossessiona il calcio.”
Non ti annoi in Italia? Lì si gioca poco…
“No, è un calcio molto competitivo. Puoi vincere o perdere con chiunque. Sono stato a Palermo e ora a Napoli, e in entrambi i casi sono riuscito a battere le grandi squadre. E’ una cosa molto bella, che non accade in altri campionati.”
Per che squadra tifavi da piccolo, per il Real Madrid?
“(Ride). No, la verità è che da piccolo non guardavo molto il calcio estero, mi bastava divertirmi e giocare con gli amici, senza guardare molto le partite in tv. Mi hanno educato così. Inizialmente tifavo per il Nacional Montevideo, ma solo per rivalità con mio fratello maggiore, che teneva al Penarol.”
Tuo padre ha detto in molte occasioni che ti piacerebbe giocare al Real Madrid. Che mi dici?
“Ho l’occasione di dire al mondo che quando parla la mia famiglia non parla di certo Edinson Cavani. Ho detto più volte alla mia famiglia di evitare ogni dichiarazione perchè questo può comportarmi problemi. Loro sono liberi di farlo. Però, insisto, quelle non sono le parole di Edinson. Io appartengo al Napoli e tutto dipende dal club. Non penso ad altro. Se in un altro momento ci saranno altre opportunità allora vedremo cosa fare. Il mio desiderio oggi è terminare la Confederations e parlare faccia a faccia col presidente di questioni che mi riguardano e decidere assieme il mio futuro. Oggi sono del Napoli e nemmeno io so cosa accadrà.”
Però il Real può bussare alla tua porta..
“È uno dei migliori club al mondo ma non c’è nulla di concreto. Da bambini si sogna e i primi club che ti passano per la mente sono i più grandi nel mondo, quindi uno immagina di poter indossare un giorno la maglia di squadre come Real o Barça. Sono sogni da bambino. Oggi sono al Napoli e ne vado orgoglioso. Se un giorno dovessi andar via, sarei sicuramente preparato ad arrivare in un club più grande. Ma adesso non so cosa succederà”.
Sei stato sorpreso nel sentire il presidente De Laurentiis dire che l’unica offerta concreta è stata quella del Real?
“Sinceramente si, perché non ne so nulla. Quando sarà conclusa la Confederations sa che dovremo parlare di molte cose. Però sì, mi ha sorpreso”.
Di cosa dovrete parlare?
“Ci sono cose, situazioni che a volte allontanano un calciatore da una città e dai suoi tifosi. Il calcio è una passione ma lontano da casa tua è un grande sacrificio. Sono sicuro che con De Laurentiis sapremo scegliere la cosa giusta da fare per entrambi.”
Ti sembra una cifra spropositata quella richiesta di 63 milioni di euro?
“Non so se la cifra è giusta o meno ma il mercato è cosi. Questo deve deciderlo il club, io posso decidere ben poco perché il contratto è li ed è firmato. Alla cifra possono pensarci gli altri club che sono interessati a me e che devono parlare con il Napoli. Non so se sia esagerata o meno, non mi preoccupano i soldi o il valore delle mie gambe. Io so bene quali siano le cose importanti nella mia vita. Il calcio muove tanti soldi, per quello si parla di queste cifre, ma io vivo la cosa con molta semplicità.”
Sai che se lasci Napoli ti “crocifiggeranno”?
“Il calcio vive di estremi. Napoli mi ha dato la possibilità di crescere e diventare quel che sono. Dietro tutto questo c’è stato sempre il sacrificio dei miei compagni e di tutto lo staff. Anche io ho dato tanto al Napoli e darò tutto fino all’ultimo giorno che sarò li. Se resterò a Napoli ci saranno tifosi che capiranno e altri che invece non lo faranno.
Non mi piacerebbe andarmene dalla porta sul retro ma dalla porta principale. So che però molti non lo accetteranno.”
Cosa sai di Rafa Benitez?
“Basta leggere i suoi titoli o fare il suo nome per capire quanto è un tecnico di gran livello. Mi hanno detto solo cose positive sul suo conto: è un grande tecnico, quello di cui il Napoli aveva bisogno.”
Hai già giocato al Camp Nou o al Bernabeu?
“No, ho giocato contro il Barça una amichevole al Camp Nou. Mi manca il Bernabeu… e molti altri stadi [ride].
Contro il Barcellona ho anche segnato un bel gol ma me lo annullarono. Invece secondo me era regolare”.
Cosa pensi di Crstiano Ronaldo?
“È una macchina da gol. Non ho mai giocato contro di lui ma è uno dei migliori giocatori e cosi viene visto da noi calciatori.”
(Traduzione a cura di Antonio Papa e Gennaro Arpaia)