RIMESSA D’AFFONDO – “Chi più, chi meno”

Fine stagione, tempo di bilanci e di pagelloni. Vediamo un po’ com’è andata quest’anno.

di Domenico Ascione

 

De Sanctis 6: Bene, anzi benissimo tra i pali, disastroso nelle uscite (soprattutto quelle alte). Colpa pure di una difesa che per larghi tratti non l’ha protetto abbastanza, ma la pesantissima papera in terra toscana è tutta farina della sua saccoccia.

 Rosati 4,5: Assolutamente inadeguato ad una squadra con le ambizioni dei partenopei. Bocciato senz’appello.

 Britos 5,5: Buone potenzialità, discontinuo quant’altri mai. Putroppo è spesso in infermeria, e la cosa sicuramente non aiuta.

 Campagnaro 6,5: Un cagnaccio. Sempre sul pezzo, “Hugo Boss” sbaglia ben poche partite ed è ammirevole per professionalità e abnegazione.

 Cannavaro 6,5: Qualche disattenzione qua e là, ma nel complesso ottima stagione per il capitano.

 Gamberini 6: Senza infamia e senza lode.

 Grava s.v.: L’abbiamo visto troppo poco per poter esprimere un giudizio che vada al di là dell’ovvia e strameritata gratitudine per questo autentico “cuore azzurro”.

 Maggio 5,5: Pochi cross giocabili, un periodo magico in cui trova la porta con la continuità di un bomber consumato, poi il buio più nero e una condizione fisica che smette improvvisamente di sorreggerlo.

 Rolando 5,5: Robetta. Fra serie cadetta e Lega Pro come lui ce ne saranno almeno un centinaio.

 Armero 6,5: Eccellente acquisto, lo stantuffo colombiano risulterà preziosissimo nel campionato che verrà e in quelli ancora successivi.

 Behrami 7,5: Il miglior colpo dell’ultimo mercato estivo. Rincorre gli avversari con la salute di un toro, non molla mai la presa e offre copertura a una reparto arretrato spesso disattento. Un Gargano raddoppiato.

 Donadel 5: No comment.

 Dzemaili 7: Accantonato per tutta la prima parte della stagione, fondamentale con le sue reti nella   leggendaria volata Champions.

 El Kaddouri 5,5: Il talento è lì da vedere, l’incisività ancora tutta da inventare.

 Inler 4,5: A parte qualche missile da fuori area, il “turco napoletano” disputa una stagione ai limiti del ridicolo: inesistente in mezzo al campo, pigro, svogliato, tira sempre indietro il piedino e non azzecca un passaggio ch’è dire uno. Diciotto milioni alle ortiche.

 Hamšík 8,5: Cavani la butta dentro, ma Marek È il Napoli. Ormai quella maglia se la sente nella pelle, e le prestazioni in campo ne sono il segno tangibile. La partenza del Pocho sembra averlo sbloccato mentalmente, trasformandolo in uno dei centrocampisti più forti del pianeta. Undici reti e quattordici assist decisivi in quella che è appena stata la miglior stagione della sua luminosa e ancora lunghissima carriera; può bastare?

 Mesto 6: Per certi versi assai meglio di Maggio, avrebbe meritato forse maggiore spazio.

 Zúñiga 6,5: Il solito apporto di fosforo e sostanza sulla fascia.

 Calaiò s.v.: Vedi Grava.

 Cavani 8: Ormai è ufficiale: Edinson Roberto Cavani se la gioca con i vari Messi, Ronaldo e compagnia cantante per il titolo di “world’s greatest player”. Gonfia la rete ventinove volte, eppure si ha la sensazione che possa ancora progredire. Forse un po’ troppo nervoso ed egoista nei pressi dell’area, ma siamo alla fantomatica ricerca del pelo nell’uovo.

 Insigne 6,5: Buona prima stagione per il talentino fatto in casa. La carta d’identità e quei piedi fatati sono decisamente dalla sua parte.

 Pandev 6,5: Altalenante, irregolare, eppure quando si accende è tecnicamente una spanna sopra gli altri.

Mazzarri 8: Il “miracolo” Napoli porta la sua firma scolpita nella pietra; in quattro anni ha creato un gruppo quasi dal nulla, ha rigenerato un vecchio campione sulla via del tramonto (il predetto Pandev) e ha riportato questa squadra ai fasti che le competono di diritto; insomma un lavoro straordinario. Buona fortuna, Mister, per trentasei partite all’anno.

 

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