La pillola del buongiorno per i lettori di Napolicalciolive.com
di Vincenzo Matino (Twitter: @VincenzoMatino)
Finalmente ce l’hanno fatta, verrebbe da dire. Il Bayern Monaco è riuscito ad alzare la Champions League al terzo tentativo in quattro anni, quasi un premio alla tenacia dei tedeschi. Arjen Robben, Bastian Schweinsteiger, Philipp Lahm, da oggi non saranno più etichettati come gli eterni secondi, come quelli belli a vedersi ma che alla fine non vincono mai.
Una partita da film: 1-1 a due minuti dal termine, con un Robben bulimico che divora in più di un’occasione il gol vittoria durante il match. Su Wembley per i tifosi bavaresi sembra aleggiare il fantasma dell’ennesima serata da secondi, che sarebbe ancora più amara questa volta, visto il cammino verso la finale completato quasi senza sforzo.
Poi la magia. Tacco di Ribery che libera Robben, tocco vellutato e pallone che si incammina verso la porta avversaria con una lentezza disarmante e inesorabile. Sembra quasi che l’intero stadio (la metà bavarese) accompagni il pallone in rete con un unico soffio. 2-1 Bayern: è il gol che vale la ‘Coppa dalle grandi orecchie’. Gli dei del calcio hanno deciso così. Non ce ne vogliano i ragazzi di Klopp, ma questa partita poteva finire solo in questo modo. Dopo i bocconi amari mandati giù contro Inter e Chelsea, la finale vinta contro il Dortmund è la prova tangibile dell’esistenza di una giustizia sportiva, nobile e spietata, diversa da quella che siamo abituati a collegare immediatamente a scommesse e aule di tribunale. Tanto di cappello ai leoni bavaresi, senza dubbio la squadra più forte d’Europa.