di Pasquale La Ragione
La stagione del Pescara è stata disastrosa, su questo non ci piove. Le note positive sono poche. Una di queste è sicuramente Vladimir Weiss. L’attaccante slovacco, arrivato in terra abruzzese dal Manchester City, è uscito spesso dal campo a testa alta. Uno di quelli, insieme a pochi altri, che ha dato la sensazione di poter cambiare il destino della squadra. E’ giovane e, come tale, gli alti e bassi sono all’ordine del giorno. Non sono mancati in questo campionato. Ma le qualità ci sono e sono evidenti. Sarebbe un peccato non sfruttarle perchè potrebbero fare di lui un grande giocatore. Weiss è un esterno sia d’attacco che di centrocampo. Rapido sia di piedi che di testa, con la palla sempre incollata al piede e con un dribbling devastante. Un giocatore che quando vuole può decidere una partita, anche con un semplice doppio passo. Magari un po’ Venezia, come si diceva tempo fa, perchè troppo innamorato del pallone. Ma il ragazzo ci sa fare, la vicinanza del connazionale e amico Hamsik potrebbe aiutarlo a crescere, perchè non provarci?
Il Manchester City lo fa debuttare nel 2008. Dopo due anni fra prima squadra e riserve, i citizens decidono di cederlo in prestito prima al Bolton, poi ai Rangers in Scozia ed infine all’Espanyol in Spagna. Queste tre esperienze non hanno giovato al giocatore che non trova modo di far emergere il suo talento. Estate 2012, il Pescara mette gli occhi su lui e riesce a convincere il City. Stavolta, però, il club inglese lo cede a titolo definitivo. Mette a segno il suo primo gol in Italia contro il Palermo in una partita che finirà 1-0.
Perchè si: Giovane, forte e con qualità enormi. Inoltre l’acquisto di Weiss potrebbe essere un vero affare. Il rinnovo del suo contratto con il Pescara sarebbe arrivato in caso di salvezza. Sappiamo tutti come è andata a finire. Insomma, potrebbe arrivare a parametro zero.
Perchè no: Quest’anno con il Pescara ha probabilmente messo in luce un difetto: la poca personalità. In una squadra come quella abruzzese è una caratteristica di poco conto. A Napoli è tutta un’altra storia.