di Antonio Izzo
Solo martedì il Grosseto di Francesco Moriero ha conosciuto la matematica retrocessione in Lega Pro. Una stagione molto sfortunata, come spiega l’allenatore del club toscano in esclusiva ai microfoni di Napolicalciolive.com. L’ex centrocampista di Napoli e Cagliari analizza anche il match di domenica del San Paolo e parla del mercato degli azzurri: “Nainggolan è da prendere a tutti costi“. Infine un ricordo dei suoi trascorsi con il Napoli, rimpianto enorme per il leccese.
Francesco, domenica in programma Napoli-Cagliari e Juve Milan: cosa dirà, secondo te, questa 33^ giornata di campionato per gli azzurri?
Secondo me non dovrebbe cambiare molto, il Cagliari è in un momento positivo, sta facendo dei grandi risultati, è una delle squadre che gioca un buon calcio; il Napoli ha l’assillo di vincerla a tutti i costi per raggiungere il suo obiettivo.
Quali insidie porteranno i rossoblù al San Paolo?
Gli azzurri affronteranno una partita molto delicata perché il Cagliari verrà a giocarla senza troppi pensieri in testa e quando una squadra è libera mentalmente non ha niente da perdere; chi avrà tutto da perdere sarà il Napoli.
Osservato speciale Nainggolan: sarebbe funzionale al gioco di Mazzarri il prossimo anno?
Nainggolan è il centrocampista che ogni allenatore vorrebbe avere, grande tecnica e aggressività, personalmente mi piace molto e credo che possa stare benissimo negli schemi di Mazzarri.
Chi sembra esserne uscito parzialmente invece è Gokhan Inler: come mai?
Non vedendo gli allenamenti non posso dare giudizi; Inler ha sempre fatto bene, ma in questo momento evidentemente Mazzarri reputa ci siano altri calciatori più pronti.
A proposito del futuro: mentre Mazzarri sembra andare verso il rinnovo, mentre voci insistenti danno Cavani lontano da Napoli. Nel caso dovessi scegliere, chi dei due terresti?
Bella grana (ride ndr). Mazzarri ha dei grandi meriti: ha creato questa fisionomia di gioco ed è stato decisivo per i risultati raggiunti dal Napoli in questi anni; per quanto riguarda Cavani è un grande attaccante, sarebbe indispensabile per tutte le squadre. Non si può scegliere, terrei entrambi!
Parliamo delle tue due stagioni al Napoli: erano anni difficili e non andò proprio bene…
In tutta la carriera ho sempre fatto bene e ho sempre sognato di indossare la maglia del Napoli, perché lo considero un punto d’arrivo. Purtroppo approdai dall’Inter a Napoli già con un problema fisico che non mi permise di dare il cento per cento; a quello si aggiunsero problemi societari che resero l’anno particolarmente difficile.
Emblematico fu quel Napoli-Bologna (1-5) alla terza di campionato in cui siglasti l’unico gol in azzurro..
Si, era la partita in cui rientravo e feci gol, ma sfortunatamente in quella successiva, contro il Lecce, subii una distorsione alla caviglia..Il fatto di non essere riuscito a far bene a Napoli resterà per sempre l’unico rammarico della mia carriera.
Quest’anno ancora una stagione sfortunata a Grosseto, martedì è arrivata la matematica retrocessione: cosa non ha funzionato?
E’ stata un’annata molta sfortunata, sarebbe anche lungo raccontarla. Il tutto è iniziato con il ripescaggio a due giorni dall’inizio del campionato; nonostante ciò abbiamo collezionato risultati positivi e giocato bene; chi ha seguito le gare sa quanta sfortuna abbiamo avuto. Sono stato esonerato, poi richiamato ma ho trovato una squadra diversa…
Una curiosità: perché lustravi lo scarpino del compagno quando andava in gol?
Era un gesto simbolico, che esprimeva forma di rispetto e umiltà nei confronti del compagno di squadra.