Un Milan già privo di Balotelli rinuncia per più di un’ora al suo cannoniere principe, e il Napoli ringrazia.
di Domenico Ascione
«Nelle ultime gare non era stato all’altezza rispetto ad inizio stagione. Nel calcio ogni tanto si perde la misura delle cose. Vale per lui come per De Sciglio». Così parlò Massimiliano Allegri nell’immediato dopopartita dello scontro che potrebbe valere una stagione intera. Scelta onestamente inspiegabile, quella del tecnico livornese: Robinho per El Shaarawy, in pratica il fuoriclasse bollito per il talentino sbocciante. Eh no, caro Max, non ce la conti mica giusta; non è che magari “Stefano” s’è montato un po’ la cresta? D’altronde, che ci vuoi fare, chi va con lo zoppo impara a zoppicare…
A chi gli chiede un parere sull’argomento, Mazzarri fa spallucce: «Troppo spesso ci dimentichiamo che Robinho è un campione e che El Shaarawy è soltanto un anno che è a certi livelli». Sottotesto: «Maremma maiala, quest’Allegri l’è proprio un bischero!». Venendo al rettangolo verde, dopo i primi dieci minuti di fifa nera, finalmente gli azzurri giocano una partita gagliarda in quel di San Siro, gagliarda come il loro cane da presa albanese (ma alla Gazzetta le guardano o se le fanno raccontare?). Personalità, coraggio, gioco di squadra, insomma il pari a conti fatti sa d’occasione persa. Meglio non fare gli schizinosi, però, perché col Faraone in campo sarebbe stata tutta un’altra storia, e poi un Pazzo così chissà tra quanto tempo ci ricapita.
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