La pillola del buongiorno per i lettori di Napolicalciolive.com
di AntonioPapa (Twitter: @antoniopapapapa)
C’era una volta Fabrizio Corona. C’era una volta quest’essere mitologico, all’epoca ancora sconosciuto, che aveva fatto del pettegolezzo la sua (illegale) miniera d’oro. Foto scottanti frutto di appostamenti da detective, utilizzate poi a scopo estorsivo con i personaggi famosi coinvolti. Chiedendo soldi in cambio di una non-pubblicazione Corona commetteva un reato, una colpa che dopo una lunga trafila è stata punita con la galera. Giustissima, checché ne dicano gli avvocati da reality e da social.
Insomma, un giochetto che funzionava ma era piuttosto pericoloso. Un giochetto che solo la faccia di bronzo di Corona poteva portare avanti senza paura. L’evoluzione – anzi, l’involuzione – di questo fenomeno è molto più strisciante, perché avviene praticamente alla luce del sole, mentre l’illustre antesignano agiva col favore delle tenebre, da sempre amiche del sotterfugio. Ora ci sono Gabriele Parpiglia, Maurizio Sorge e i loro scoop pilotati, gente che sta ribaltando completamente il senso del proprio mestiere, snaturandolo e rendendolo ancora più subdolo e meschino.
Già, perché il gossip in sé, per quanto squallido, non è cattivo. C’è gente che ha scelto di fare soldi sulla pelle dei personaggi famosi, e va anche bene, perché gran parte dello show-business si nutre proprio dei pettegolezzi e delle voci di corridoio, spesso organizzate a tavolino. Passi, purché non si parli di giornalismo. Diverso è quando la notizia non esiste e viene creata ad hoc, provocando e istigando un uomo alla rabbia per poi scrivere che si è arrabbiato. Lì è gioco sporco, magari non sarà un reato ma è sicuramente un colpo basso, un’azione bieca e vergognosa. Quella della ‘trappola’ sarà anche soltanto la ‘versione Cavani’, ma è a questa che vogliamo credere. Perché la moralità di Edi resta fuori discussione; si può dire lo stesso di chi lucra sui fatti degli altri?