Aurelio De Laurentiis chiarisce le sue dichiarazioni in merito all’abolizione delle curve (clicca qui per leggere) . Queste le sue parole ai microfoni di ‘Sky Sport24’: “Quando si sta ad un convegno si parla in relazione a quanto ascoltato nei commenti precedenti. Poiché si parlava di stadi, e siamo ben lontani dall’avere una legge sui nuovi impianti, ho raccontato un episodio curioso: quando incontrai Rummenigge per Napoli-Bayern Monaco, mi raccontò che il gruppo di tifosi più caldi del club tedesco era rimasto favorevolmente colpito dalle coreografie azzurre. Si sosteneva che dalle curve si vedesse bene la partita, e ho ribattuto che non è così: può essere la fede di un tifoso a portarlo in curva, perché la curva è diventata simbolo di un amore calcistico, ma come si può pensare che in curva si veda bene la partita? Ho parlato di abolire le curve nell’ipotesi progettuale di un nuovo stadio. Forse sarebbe meglio contrapporre due tribune e dare il massimo del comfort e della partecipabilità alla gara da parte dei tifosi“.
SEGGIOLINI – “Le norme UEFA stabiliscono che i seggiolini ci devono essere e che devono avere misure non inferiori a x centimetri. Non è pensabile avere gradonate e basta. Io penso all’abolizione delle piste d’atletica, alla possibilità di dare a chi paga 10 euro la possibilità di vedere la partita bene come chi ne paga 100: bisogna avvicinare fisicamente i tifosi. E’ una mascalzonata dire solo che io voglia abolire le curve: le adoro, so quanto tifo ci sia al loro interno e quale valore storico abbiano. Questo non significa che non si debba dare il meglio ai tifosi in un impianto moderno“.
RIVOLUZIONE DI SISTEMA – “Quando Macalli pensa di aver risolto i problemi della Lega Pro riducendola a 60 squadre, secondo me fa un massacro di sangue: tra due anni, con i mancati profitti, saremo ancora a leccarci le ferite. I convegni servono per metterci seduti attorno a un tavolo con le volontà di voler cambiare qualcosa. Si accampano sempre scuse, dicendo che non si può fare niente. Vogliamo essere radicati nell’immobilismo italiano ed europeo o vogliamo darci da fare? La Formula 1 non corre con la Formula 2, e la stessa cosa avviene nel calcio: qui si è scambiata la democraticità con l’incapacità di fare impresa e di capire il mercato. Non è possibile accontentare chiunque: per accontentare tutti non si accontenta nessuno“.
Fonte: calciomercato.it
M.D.A.