La pillola del buongiorno per i lettori di Napolicalciolive.com
di AntonioPapa (twitter: @antoniopapapapa)
Bella, bellissima iniziativa. Quando una partita di addio al calcio può significare anche qualcosa in più di una semplice passerella per bolsi ex-idoli a caccia di una sgambata e degli ultimi riflettori di una carriera gloriosa. Raccogliere fondi per Città della Scienza nell’ultima partita in carriera. Fabio Cannavaro meriterebbe un altro Pallone d’Oro già solo per l’idea.
Qualche cattivello sui social network ha pensato che Cannavaro stia cercando un modo a buon mercato per riconciliarsi con un pubblico, quello della sua città, che non l’ha mai più visto come un suo figlio dopo che è andato a cercare fortuna altrove. Sì, ok, l’hanno ceduto per fare cassa, ma era proprio necessario diventare una bandiera della Juve? Restano discorsi da bar, che lasciano il tempo che trovano quando un napoletano esporta la Napoli vincente in giro per il mondo. Cannavaro è un simbolo italiano e non ha mai nascosto la sua napoletanità; anzi, spesso l’ha sottolineata come un vanto. Tanto basta.
Certo, Paolo è Paolo. Paolo l’unico trofeo della carriera l’ha alzato a casa sua, da capitano, con le lacrime agli occhi. Non era la Coppa del Mondo, era la Coppa Italia. Ma potete scommetterci, non c’è un solo tifoso azzurro che non la consideri più importante del trionfo di Berlino. Comunque sia non è un gesto da sottovalutare: Fabio saluterà il calcio a Napoli, non a Torino. Per una giusta causa, la più giusta di tutte. E per una notte il cielo sarà azzurro sopra Bagnoli.
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