E’ una squadra per vecchi: Mazzarri e il rapporto conflittuale con gli ‘under’

 

 

 

di Marco Galiero

 

Modificare gli obiettivi in maniera così repentina sarà anche lecito, ma di sicuro non conferisce fiducia alla squadra e soprattutto ai tifosi. A inizio stagione il Napoli puntava allo scudetto, nonché a delle prestazioni quantomeno dignitose in Europa League e, tra le altre cose, non si escludeva una seconda conquista consecutiva della coppa Italia. Ma gli scenari sono cambiati irreversibilmente nel giro di pochi giorni. Dall’eliminazione in Europa League al deludente pareggio nello scontro diretto con la Juve il Napoli ha subito un crollo vertiginoso, deludendo diverse aspettative. Dalla lotta per la conquista del tanto desiderato scudetto, al duello col Milan che mette addirittura in bilico il secondo posto. Almeno avesse messo in pratica uno dei desideri presidenziali, ovvero mettere in vetrina i tanti giovani acquistati negli ultimi anni…

 

VARGAS – Il giovane Edu Vargas arriva in Italia dall’Universidad de Chile per fare il suo esordio col Napoli. Un ragazzo talentuoso e promettente che non vede l’ora di esibirsi in un campionato importante come la serie A viene messo continuamente da parte dal mister, che gli concede niente di più degli ultimi cinque minuti di un match. Altro che eccessiva pressione dei tifosi o inesperienza del giocatore: semplicemente a Vargas non è stata data fiducia. Infatti, stando a quanto si evince dai risultati che ultimamente sta conseguendo con il Gremio – squadra alla quale è stato mandato in prestito nel mercato di gennaio – il giovane Edu di talento ne ha da vendere. Ne danno conferma i ripetuti gol, di cui l’ultimo contro il Fluminense.

 

EL KADDOURI – Un’altra giovane promessa del calcio italiano cresciuto nelle giovanili del Brescia (che ancora lo rimpiange) completamente ignorata da Mazzarri. I dati parlano chiaro: il tecnico gli concede appena tre presenze in serie A (in cui non è mai partito titolare) che hanno registrato una durata complessiva di 53 minuti. Soltanto in Europa League gli è stato accordato qualcosa in più, ma mai niente di rilevante.

 

INSIGNE – Quanti ballottaggi tra il giovane Lorenzo Insigne e il veterano Goran Pandev? Quante volte l’esperienza del macedone è stata preferita alla creatività e alla motivazione del giovane ‘scugnizzo’? Quando si è trattato di prendere decisioni come questa, Mazzarri si è sempre mostrato diffidente nei confronti di chi come Lorenzo Insigne non vedeva l’ora di mostrare tutto il suo talento e nella maggior parte dei casi ha preferito puntare su chi come Pandev gli ispirava maggiore fiducia in virtù dell’esperienza accumulata sul campo.

 

Insomma, piuttosto che attribuire la colpa agli esterni Maggio e Zuniga che rendono più come una volta, all’astinenza da gol di un Cavani evidentemente sovraffaticato e ad una difesa che nonostante il nuovo innesto Rolando fa acqua da tutte le parti, ci sarebbe da eccepire più di qualcosa anche sull’operato di Walter Mazzarri. Che vada via o meno, è auspicabile che fino alla fine dia alla squadra le motivazioni per lottare con tutte le forze rimaste. Ma soprattutto che dia un minimo di visibilità a ragazzi che non possono essere diventati scarsi in un colpo solo. D’altronde se il giovane Vargas è rimasto un pulcino bagnato solo durante la sua gestione un motivo ci sarà…

 

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