Il sogno scudetto del Napoli è svanito (non matematicamente) domenica contro il Chievo. La Juventus è andata a +9 sugli azzurri e a +11 sul Milan. La falsa partenza dei rossoneri, ma anche dell’Inter, della Roma e della Lazio ha nominato la squadra di Mazzarri come l’unica anti-Juve della serie A. Un ruolo portato avanti fino ad un certo punto, poi è subentrata la crisi di risultati. Eppure un ruolo che forse la stessa società azzurra non aveva preventivato all’inizio della stagione. L’obiettivo non è stato dichiarato all’esterno, ma i presupposti erano quelli di qualificarsi in Champions, preferibilmente al secondo posto. Come riporta il ‘Corriere dello Sport’ infatti ogni calciatore azzurro avrà un premio nel caso il Napoli raggiungesse la piazza d’onore del campionato. L’importante, ad ogni modo, è arrivare in Champions, anche se si dovesse passare per i preliminari. Questo forse l’unico vero diktat da rispettare soprattutto per gli introiti che ne deriverebbero e per porre solide basi per il prossimo campionato.
GLI INTROITI DALLA CHAMPIONS – Anzitutto 20 milioni di euro sicuri, tra introiti elargiti dall’Uefa (8,6 milioni di euro per la sola partecipazione al torneo continentale, oltre ai bonus che scatteranno via via) e incassi al botteghino; maggiore potere contrattuale con sponsor e partners; crescita dell’immagine del club e attrazione per grandi calciatori vogliosi di affermarsi in Champions.
Nell’attuale edizione, oltre alla quota partecipazione, sono stati messi in palio un milione a vittoria, mezzo per il pari, 3,5 per il passaggio agli ottavi, 3,9 per i quarti, 4,9 per le semifinali, 10,5 per la vincitrice della finale e 6,5 per chi la perde. Grazie anche a ciò che il Milan a gennaio ha potuto sbilanciarsi e sostenere qualche ingaggio robusto.
IL PRECEDENTE – Il precedente illustre per il Napoli è datato due anni fa. Furono investiti circa 40 milioni di euro sul mercato. Arrivarono, Inler dall’Udinese (17.5 milioni di euro); Dzemaili dal Parma (7,5 milioni), Britos dal Bologna (9 milioni), Fernandez dall’Estudiantes (3,3 milioni), Pandev (1.5 in prestito dall’Inter. E poi i vari Donadel e Santana (entrambi a parametro zero dalla Fiorentina), Rosati dal Lecce (2,9 milioni), oltre a Chavez dal Boca Juniors (900mila euro) e Fideleff dal Newell’s (2,2 milioni). A gennaio, infine, ci fu uno degli investimenti più corposi fatti dal Napoli: quello di Eduardo Vargas dall’Universidad de Chile per 12 milioni di euro. Cavani, invece, era stato preso l’anno prima ed in quella sessione estiva venne onorata la seconda tranche del pagamento (altri 5 milioni di euro). Senza i proventi, peraltro certificati, della Champions, il Napoli non sarebbe arrivato fino a tanto.
A.I.