L’ennesima sconfitta al Bentegodi apre scenari luttuosi per il Mazzarri-team. Il Milan è ormai pronto al sorpasso
di Domenico Ascione
Se il buongiorno si vede dal mattino, i primi cinque minuti di Chievo-Napoli avevano già detto tutto. Padroni di casa freschi come rose di maggio, ospiti allo sbaraglio e in preda al panico. A proposito di Maggio, l’esterno vicentino attraversa una fase di involuzione sorprendente, tutore o non tutore; a questo punto la domanda sorge spontanea: va bene l’inflazionatissimo senno di poi, ma non era meglio Armero a sinistra con Mesto/Zúñiga dal lato opposto? D’accordo, prestazione collettiva sottotono (stavolta neanche il solito Behrami s’è salvato); Hamšík desaparecido, Insigne tutto fumo e poco arrosto, De Sanctis, be’, stendiamo un velo pietoso… Il problema però è un altro, inutile nasconderselo. Il nostro goleador non golea più. Al di là degli allarmismi o dei fin troppo scontati slogan giornalistici, Edinson Roberto Cavani Gómez detto “El Matador” è collassato in una crisi d’astinenza profondissima. Con questa sono sei gare di fila senza reti all’attivo, in più la “jonta” del rigore fallito e di una performance ai limiti del ridicolo. Parliamo di un campionissimo, niente da dire, ma se sei con la testa altrove non hai scampo. Sfiduciato, puntualmente a capo chino, depresso e male assistito, il Cavani di oggi è stato forse il peggior Cavani di sempre. Come se fosse giunto il suo tempo, come se sentisse di aver dato tutto. D’altronde, si sa, il Matador la spunta spesso, ma quando s’incazza il toro è un dì complesso.