RIMESSA D’AFFONDO – “Don Valon”

Ennesima prova super dello svizzero, ma per la stampa è soltanto 6,5.

 

 

 

Chi è stato il migliore in campo venerdì sera? Provate a chiederlo a dieci persone random ed otterrete perlomeno tre soluzioni diverse. Inler? Già, senza quel destro al fulmicotone ora saremmo a -9 dalla vetta, crisi d’identità, spogliatoio che si spacca e bye-bye sogni di gloria benedetta. De Sanctis? Vero, una parata fondamentale, quella su Mirko Vučinić, un riflesso felino che salva capra e cavoli dando il celeberrimo la alla poderosa rimonta azzurra. Campagnaro? Sì, perché da quando gira voce che a fine anno farà le valigie Hugo Boss non sbaglia un colpo ch’è dire uno.

 

Certo il calcio è bello perché è vario, e nel varietà del calcio tutto è concesso, perciò fiato alle trombe, niente scorno e ognuno frigga l’aria sua la notte e il giorno. «I tre tenori, i tre tenori, si nun segnano chilli tre annanze…», come se poi non si giocasse in undici, come se bastasse solo buttarla dentro una volta più degli altri. Sapete perché il Napoli può permettersi i “tre tenori”? Perché ha trovato un giocatore straordinario, forse l’unico acquisto azzeccato di questo mercato infausto costellato di pacchi dono: di cognome fa Behrami e di nome fa Valon; vabbè, non ha il piede di Baggio né le visioni angeliche di Pirlo, però corre per quattro e sputa sangue per almeno il doppio. Abbagliata dagli arzigogli di Hamšík, dalle fughe per la vittoria di Insigne e dalle ex-stoccate di uno spento Matador, la critica pallonara sembra non aver colto il punto. Ecco com’è stata giudicata la prestazione del centrocampista azzurro contro la prima della classe: Gazzetta dello Sport 6,5; Corriere dello Sport 6,5; Tuttosport (e che te lo dico a fare?) 5,5. Tanto so’ numeri, e i numeri prima o poi li diamo tutti, no?

 

 

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