EDITORIALE – Senza ‘cazzimma’ non si cantano messe: un pareggio che non serve a nulla

 

di Marco Galiero

 

Una partita che può identificarsi con la storia di un Napoli in corsa per lo scudetto che scende in campo deconcentrato, passivo, fiacco. Di un Napoli che appare come nauseato da gol e vittorie, che in realtà neanche bastano a soddisfare il fabbisogno di un campionato che non concede distrazioni. Una faccenda che lascia in bocca l’amaro a chi confidava realmente nella conquista dello scudetto. In casi come questi, sebbene possa sembrare persino inutile valutare chi ha sbagliato cosa piuttosto che discolpare il meritevole di turno, qualche precisazione andrebbe fatta. Partendo dalla scelta quasi deleteria di Walter Mazzarri nello schierare Mesto, anziché Zuniga, la cui velocità contro la difesa lenta e macchinosa dell’Udinese sarebbe stata di grande aiuto. Inoltre, nonostante sia stato capito e si voglia dare tutta la comprensione possibile al momento negativo di Cavani, dov’è finita la rabbia, la cattiveria, la fame di gol di Edinson? Sarà che le avances di taluni sceicchi gli stiano dando alla testa? Le uniche note positive da rilevare possono essere senza alcun dubbio Armero, l’ex avvelenato alla disperata ricerca di riscatto e De Sanctis, che combatte fino alla fine con la grinta e la determinazione a cui ci ha abituati nel corso degli anni. Tuttavia, una volta chiusa la pratica Udinese, anche se con esito non proprio positivo, adesso il Napoli deve concentrarsi il più possibile in vista dello scontro diretto contro la Juventus. Se proprio si vuole tenere ancora in vita il “sogno scudetto” , quella è una partita da non sbagliare.

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