Le intercettazioni di Cellino: “Come costruire uno stadio fuori norma, in Italia ti viene concesso”

 

 

 

 

Come costruire un impianto sportivo in barba ai vincoli ambientali, scavalcando opere pubbliche già progettate, infischiandosene della sicurezza e dei collaudi. Le intercettazioni contenute nell’ordinanza che ha aperto le porte del carcere per Massimo Cellino sono un piccolo manuale del genere “stadio su misura”. Ci sono regole calpestate e “regole” da seguire per ottenere lo scopo. Un uomo solo al comando: Cellino. La sua insofferenza monta verso chi prova a fare le cose come legge comanda. Ma c’è anche il presidente orgoglioso che parla di Is Arenas come lo stadio dei sogni e quello che esorta il collega Lotito a seguirlo nell’esempio. Il gip Giampaolo Casula attribuisce a Cellino “spiccate capacità delinquenziali”. Lo fa anche dopo aver ascoltato queste intercettazioni.

Il 4 novembre il presidente del Cagliari parla con Claudio Lotito, patron della Lazio, su come fare uno stadio nuovo. Cellino: “Stadi vuoti, la gente non viene più. Ve lo dicevo io, lo ricordi Sky… Se tu vuoi incularti i tuoi colleghi stai zitto e fai quello che ho fatto io. Claudio se tu lo vuoi fare incominciamo a gennaio, alla prima di campionato prossimo hai lo stadio pronto. Te lo garantisco io anche perché ti faccio dare un’autorizzazione di struttura amovibile, senza concessione, hai capito qual è il mio gioco? Non sono dovuto andare in concessione, ho avuto un’autorizzazione a montarlo, perché essendo tutto in acciaio e tecnicamente, teoricamente è amovibile, ma non lo è, Claudio, perché è un casino…”. Lotito risponde con un “certo”, mentre Cellino riprende: “In attesa di avere la concessione per lo stadio pseudo definitivo chiedo l’autorizzazione triennale di struttura temporanea amovibile e non va in concessione, te la danno in 30 giorni e ti fai uno stadio così. E poi lo sai che il temporaneo in Italia è sempre definitivo, vero? Avremo lo stadio pieno perché la gente quando è vicina si diverte di più, se ne sbattono i coglioni. Gli fai pagare 10-15 euro, Claudio, gli prendi altri 10 con i panini, la birra…”.

Il 3 ottobre 2012 alle 23 e 23 Cellino è al telefono con il giornalista Ivan Paone (allora capo dello sport all’Unione Sarda e dal successivo primo novembre capo ufficio stampa del Cagliari). Cellino: “Gli spogliatoi di Quartu sono i più belli d’Europa, quando saranno finiti. Lo Juventus Stadium arrossisce di fronte ai nostri, te lo giuro. Il pavimento della Mapei, con resine, quarzo e porcellanate, costa 180 euro a metro quadrato. Sono 600 mila euro solo di pavimento. Il massetto costa 400 mila euro… E ci sono i soffioni delle docce che sono più grandi di una ruota di un motocarro, ci sono impianti di condizionamento che c’invidiano anche negli ospedali… I gradoni sono in legno, secondo te costano più in cemento o in legno? Tre volte tanto, ma era l’unico modo per averli pronti in agosto. Abbiamo speso 720 mila euro per le telecamere: sono 75, ti dico solo che San Siro ne ha 32… E il tappeto erboso se lo sognano in Italia: i giocatori e gli arbitri sono emozionati quando entrano in campo… Il tabellone può tenere un elicottero DC9 poggiato sopra. Mi hanno fatto fare cose fuori dal mondo. E sto zitto… E mi stanno ancora cagando il cazzo, capito?”.

Il 1 ottobre 2012 Cellino parla con un “dottore” non identificato. E spiega perché lo stadio è stato costruito in estate. “Dottore, l’ho fatto a giugno, luglio e agosto perché se lo comincio adesso non lo faccio più, perché si cominciano a muovere gli ambientalisti, gli amici della terra, delle rane sultane… Non avremo fatto nulla. Sono andati in ferie, sono tornati e si sono trovati lo stadio nuovo, non potevano fare più nulla. Se non lo facciamo sotto ferragosto, lo stadio, noi non lo facciamo mai, eh”.

Sempre nell’intercettazione con Paone, Cellino spiega l’importanza di avere un sindaco tifoso del Cagliari. “Se avessimo avuto un sindaco tifoso del Cagliari dopo Delogu (ex primo cittadino, ndr), non avrei avuto problemi con stadi e tutto. Ci è capitato uno che non gliene sbatteva un cazzo del Cagliari. E meno male che ci avevamo Mauro Contini che è tifoso del Cagliari e capisce quanto è importante la squadra”. A questo proposito il gip scrive: “Desta quantomeno curiosità che Cellino riconduca la fattibilità del progetto, non solo di quello attuale ma pure di quelli proposti in precedenza per la città di Cagliari, alla circostanza che un sindaco sia o meno tifoso, come se tutti gli altri problemi di legalità, o più genericamente di realizzabilità, fossero una variabile dipendente esclusivamente dalla volontà del primo cittadino”.

Il sindaco tifoso, però, non firma l’autorizzazione per la gara con la Juve con le indagini in pieno corso. Solo a tempo scaduto Contini diede l’okay a “un’anomala autorizzazione alla disputa” invece della licenza d’uso. Forse perché tempestato dalle pressioni di Cellino come era già accaduto per altre partite (quella con l’Atalanta e il Pescara, ad esempio). Il gip descrive le minacce nell’ordinanza con Cellino che promette di “sputarlo in faccia. Me lo deve dire che non vuole firmare… Perché ha paura… di che cosa ha paura?“. Altre pressioni sarebbero state esercitare sul dirigente del comune di Quartu, Pierpaolo Gessa, che agli inquirenti riferisce una frase di Cellino: “Se non porti a termine questo tipo di lavori, io il culo che vado a cercare non è uno qualsiasi ma quello tuo”.

Fonte: gazzetta.it

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