Sembra infinita la querelle che riguarda lo stadio San Paolo. Cadono calcinacci, piove in tribuna stampa: questi sono i problemi più urgenti da risolvere secondo quanto richiesto dall’Uefa che finora aveva concesso una deroga. Il San Paolo sarà a norma se potrà essere sgomberato in 7 minuti. Ora occorre il doppio del tempo. Il divieto Uefa impedirebbe anche alla Nazionale di confermare l’impegno di un incontro al San Paolo nel mese di novembre. Tutti problemi che si dovranno risolvere entro il 31 marzo, altrimenti il Napoli sarà costretto a cercarsi un altro stadio in caso di passaggio del turno con il Viktoria Plzen. Dove? Roma, Milano, Torino, Udine. Secondo quanto riporta ‘Repubblica’, “diverse sono invece le richieste dei vigili del fuoco attraverso la prefettura e la commissione di vigilanza. Il Napoli ha proposto di anticipare le spese per i lavori. Il Comune non risponde, nel rispetto delle procedure: rischiando il dissesto, deve prima risolvere il contenzioso con il Napoli, che risulta moroso. C’è un intralcio burocratico nella mancata risposta al club. È comunque molto curioso per i tifosi: leggono pagine e pagine con annunci di Luigi de Magistris su megastadio a Ponticelli o cittadella dello sport a Fuorigrotta, per poi scoprire che non c’è nulla sul nuovo impianto e il vecchio è per l’Uefa fuori norma”.
A.I.
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