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di Mario D’Amiano
Adesso è ufficiale: dopo tanti anni di lontananza da Napoli, Emanuele Calaiò riabbraccia i colori azzurri. Torna un calciatore più esperto e migliorato rispetto a quello che lasciò i partenopei il 1° luglio 2008. In questi cinque anni ne ha fatta di strada ‘SuperManu‘, tanto da diventare idolo e capitano del Siena. Adesso torna a Napoli non più da protagonista, ma con la consapevolezza di poter dare il giusto aiuto alla causa partenopea.
LA STORIA – Nato a Palermo l’8 gennaio 1982, cresce nelle giovanili del Torino per poi esordire in massima serie il 6 gennaio 2000, subentrando a Fabio Pecchia e andando a segno pochi minuti dopo il suo ingresso in campo: un predestinato. Dopo altri anni di militanza nel Torino, viene ceduto in prestito dapprima alla Ternana e poi al Messina. Ma la vera esplosione di Calaiò avviene nella stagione 2003/2004, quando nelle fila biancoazzurre del Pescara (neopromosso in serie B), riesce a segnare 21 gol in 43 presenze. Di Calaiò se ne parla in tutti i giornali dell’epoca come di una giovane promessa pronta a fare il salto di qualità nella massima serie. Tuttavia, il Pescara decide di tenerselo stretto ancora mezza stagione, poi lo cede al Napoli per 3,5 milioni di euro. L’esperienza partenopea è molto soddisfacente per Calaiò. Dopo alcuni problemi iniziali, riesce a trovare il ritmo giusto e a vivere due stagioni da assoluto protagonista, portando gli azzurri dalla serie C1 alla serie A. Nella massima serie, però, non riesce ad esprimersi sugli stessi livelli degli anni precedenti e a fine stagione viene ceduto. L’arciere lascia Napoli dopo 128 presenze e 44 gol. A Siena trova un ambiente molto più quieto di quello napoletano, senza troppe pressioni. In quattro anni e mezzo riesce a mettere a segno molte reti fondamentali per gli obiettivi bianconeri, divenendo molto presto simbolo e capitano della squadra.
COME GIOCA – Sono in pochi a non ricordare le caratteristiche principali di un attaccante che ha infiammato il passato recente azzurro. Emanuele Calaiò è una prima punta atipica. E’ molto bravo nel gioco aereo nonostante non sia altissimo. Molto spesso riesce ad entusiasmare il pubblico con giocate d’alta classe (molto famosa è la sua giravolta con il tacco). Può agire anche da seconda punta, ma è stato proprio lui a ribadire di trovarsi meglio in posizione di centravanti. Mazzarri lo utilizzerà come sostituto di Cavani, specie nelle competizioni europee, ma attenzione a sottovalutare l’ipotesi di vederli insieme. Era una delle richieste del mister per il nuovo attaccante: è stato accontentato pienamente. Ne vedremo delle belle.
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