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Il servizio di ‘Studio Sport’ sul caso Calcioscommesse svela qualche retroscena sulla situazione di Gianello e sui rischi che correrebbe il Napoli. Le intercettazioni e soprattutto l’infiltrato-poliziotto che era diventato suo amico per scoprirne gli altarini inchiodano il portiere, che ha ammesso di vendere le partite perché con lo stipendio da terzo portiere “non riusciva a vivere bene”. Una versione poi cambiata più volte davanti agli inquirenti, proprio il motivo per il quale gli avvocati del Napoli e degli azzurri stanno battendo al fine di dimostrare l’inattendibilità del veronese nelle testimonianze contro gli ex compagni di squadra.