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Si fa presto a dire: manca Cavani. Per bravo che sia, un solo giocatore, un campione pur quotato 50 milioni, con la sua assenza non può fornire un alibi al Napoli sovrastato dall’Atalanta per tutto il primo tempo. Se una squadra perde si sconvolge appena manca uno dei suoi giocatori, ha il dovere di interrogarsi. La risposta non può darla neanche l’analisi di un mercato incompleto. Che Cavani non abbia un solo sostituto, si sa. Che non vi sia un solo difensore o centrocampista dal passo corto e rapido, è nei fatti. Che è stato invano cercato un esterno sinistro lo prova l’impiego del tuttodestro Zuniga, ieri sostituito dall’incongruo Dossena. Quindi? È fondata l’ipotesi di una flessione atletica, momentanea, per la preparazione accelerata in vista di Pechino. Una ipotesi ma anche una speranza: vuol dire che presto il Napoli supererà l’attuale crisetta. Ma la prova nel primo tempo prescinde da queste note. Il Napoli ha subìto l’Atalanta non per le assenze, in negativo hanno inciso alcuni dei presenti, titolari purtroppo inamovibili. Hanno mandato in campo i loro nomi. Se il modulo è quello ormai noto, basato sugli esterni, che peso hanno avuto Maggio e Dossena? Il primo impacciato non disturba Brivio, che ha tempo e spazio per fallire un comodo raddoppio. Su quel versante si infila di scorta anche Bonaventura. A sinistra Dossena si misura invece con un opaco Schelotto. A centrocampo mai tanti errori, Mazzarri ritira quindi Behrami, l’ingresso di Dzemaili, molto tonico, dà la corda anche a Inler per riorganizzare una decente offensiva. Cerca la profondità il sempre sveglio Hamsik: tenta il dialogare con Insigne, insidioso ma fiaccato da generosi rientri quasi fosse lui l’esterno sinistro e con Pandev, sempre spalle alla porta, intoccabile e ininfluente. Con Campagnaro che si stacca per fermare Maxi Moralez defilato tra le linee, con Gamberini sull’agguerrito Denis, con Campagnaro efficiente ma molto teso, il Napoli regge meglio nella ripresa. Smette di subire. Hamsik vende l’anima per ribaltare il risultato, lo stesso Mazzarri che invia un plotone d’assalto per il solito finale tutto cuore, quanto basta per spiegare che anche questa sconfitta è determinata da un episodio. Non teme che siano troppi per essere solo episodi? Lo riporta Repubblica
A.I.
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