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EDITORIALE – Ecco il Napoli B, la squadra “europea” che tanto europea non è

 

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di Pasquale La Ragione

 

La politica del Napoli ormai è chiara a tutti: in Europa League giocano le riserve. E’ una competizione ritenuta inutile dal presidente De Laurentiis che non perde occasione per ribadire le sue idee. Una scelta societaria condivisa dal tecnico Mazzarri che anche a Dnepropetrovsk, in una partita difficile, ha schierato la formazione ‘europea’ che poi tanto ‘europea’ non è, anzi. Non è bastata la pesante sconfitta contro il PSV a far cambiare le idee in casa Napoli e probabilmente anche i tre gol ucraini non muteranno la situazione. Ma è palese che la squadra 2 azzurra abbia dei grossi limiti, e la differenza tecnica e tattica con la squadra titolare si sente eccome.

 

DIFESA – A partire dalla porta: Rosati ha dimostrato ampiamente che non può giocare a un certo livello, tempi di uscita completamente sbagliati che hanno fatto subire almeno 4 dei 6 gol presi in due partite, oltre ad un’insicurezza di fondo che viene trasmessa di conseguenza anche alla difesa. Il problema principale di questo schieramento proviene proprio dal reparto arretrato. L’unico con un minimo di esperienza in ambito europeo è Gamberini, che pure ieri non ha brillato; Aronica e Fernandez invece hanno dimostrato tanti limiti e di certo non danno quella solidità difensiva necessaria per un buon cammino in Europa. Mesto ieri sera ha trovato qualche difficoltà, ma non è così lontano tecnicamente parlando dal titolare Maggio. Naturalmente ha bisogno di una crescita soprattutto a livello di condizione, oltre ad una maggior attenzione nelle due fasi; tutte cose che Andrea Dossena, invece, sembra aver smarrito da due anni a questa parte. A conti fatti appare difficile che si possa recuperare l’esterno lodigiano, meglio puntare su altri calciatori, magari a partire dal mercato di gennaio.

 

CENTROCAMPO – Capitolo centrocampo: Donadel ha ancora una condizione fisica approssimativa ma non solo, l’ambientamento nella città partenopea non è stato dei migliori per un calciatore che raggiunse i quarti di finale di Champions League con la Fiorentina nel 2010. Dzemaili resta un potenziale titolare, ma da lui ci si aspetta molto più, al contrario del suo connazionale Behrami che invece sta diventando sempre più importante per gli schemi azzurri. Capitolo a parte per El Kaddouri, per il quale forse sarebbe meglio aspettare qualche altra uscita: è ingeneroso bocciare un ragazzo di 20 anni dopo due partite storte, non solo per lui ma anche per tutto il resto della squadra.

 

ATTACCO – Per quanto riguarda l’attacco invece, ieri sera abbiamo avuto la prova inconfutabile che Cavani è un fenomeno senza limiti: entra al posto di Vargas e cambia radicalmente la partita. Mazzarri prima o poi dovrà capire che per il cileno e per Insigne, che sicuramente hanno del potenziale, è importante non avere troppe responsabilità sulle loro spalle, quindi magari avere un campione come Cavani o anche Pandev al proprio fianco può giovare sicuramente alla loro crescita. Inoltre resta da affinare l’intesa fra i due promettenti talenti, naturalmente ancora da sgrezzare e sicuramente futuribili. Si faranno, a patto che siano nelle condizioni migliori per farlo.

 

NUMERI INEQUIVOCABILI – I numeri di questa formazione sono davvero deludenti: sono 6 i gol subiti in Europa League e in tutti c’è almeno un errore individuale o collettivo. Mentre 5 sono i gol realizzati, ben quattro dei quali nella partita iniziale e unica vittoria contro l’AIK. Nel frattempo, in campionato la squadra dei titolarissimi sta andando alla grande. L’unica macchia nera è la sconfitta di sabato scorso contro la Juventus: 14 gol fatti e 6 subiti in 8 giornate di Serie A. 6 vittorie, un pareggio e una sconfitta. Trovate voi le differenze…

Antonio Papa

Giornalista pubblicista dal 2010, "fratello maggiore" di tanti redattori del network, autore di trasmissioni televisive. In TvPlay sono, insieme a Claudio Mancini, il conduttore di FantaTvPlay, di "Chi Ha Fatto Palo" e di altri format creati da noi. Sono una persona che ha fatto della scrittura la sua ragione di vita, coronando un sogno che avevo fin da bambino. Il mio motto è “lavorare seriamente senza mai prendersi sul serio”. Cerco di trasmettere la mia passione e il mio entusiasmo alle persone che lavorano con me: quando ci riesco… ci divertiamo!

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