Juventus-Napoli fra abitudini e riti propiziatori: tutte le manie dei due allenatori

 

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La scaramanzia, un fattore importante tanto quanto la tattica nel calcio. Non c’è allenatore che ne sia immune, come si suol dire, non è vero ma ci credo. Ecco allora che ‘TuttoSport’ ha rivelato alcune curiose abitudini di Conte e Mazzarri“Il tecnico azzurro ha il vezzo di entrare per ultimo in campo proprio per evitare l’allenatore avversario: salutarlo prima porta male, meglio restare fedeli alla propria superstizione e incrociarlo al triplice fischio. Sull’altro fronte Conte si porta in panchina l’acqua santa: la prima volta che la telecamera ha zoomato il bacio alla boccetta è stato a Verona un anno fa. Scoperto l’altarino, è stata una profusione di paragoni con Trapattoni , ma le vie per cercare una vittoria sono infinite. Contro il Chievo, però, non è andato al di là di un pareggio, meglio l’esito della trasferta, vittoriosa, di Siena, dove aveva estratto un santino, baciandolo tre volte. «Sono molto religioso», aveva ammesso alla fine. Di Conte si conoscono però altre pratiche superstiziose che non coinvolgono Dio: se vince in trasferta in una città poi l’anno dopo sceglie lo stesso albergo, a Bari cenava tutti i giovedì insieme con Matarrese , a Siena invece organizzava ogni venerdì una serata con gli stessi invitati. Vezzi o idee fisse, ma se funziona non si cambia. Ha cambiato, invece, posizione nel box delle televisioni nell’ultima trasferta a Genova: la Juventus era sotto di un gol all’intervallo, centro di Immobile , e allora il tecnico leccese ha voluto avvicendarsi con Fabio Paratici . Sarà per quello o per la strigliata di Carrera negli spogliatoi, ma i bianconeri nella ripresa sono riusciti a ribaltare il risultato. E che dire poi della mania delle righe? Mai pestarle quando cammina sul marciapiede, ma neppure quelle del campetto di Vinovo. Scaramanzia, superstizione o qualcos’altro? Però anche Mazzarri non è da meno con le sue fissazioni: prima della partita si mette sempre davanti alla panchina con le braccia incrociate e il cronometro in pugno. Come da copione. Quando vince va sempre a mangiare in un ristorante a Pozzuoli, ma è quando perde che la situazione in panchina diventa interessante. Già, potrebbe essere anche il dieci gennaio e la temperatura a meno 10, il tecnico toscano non si scompone e si sfila la giacca rimando in manica di camicia. Una botta di freddo per allentare la pressione, ma per una vittoria si può rischiare anche il raffreddore”

VM

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