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Marcello Lippi è un doppio ex della sfida Juve-Napoli. L’ex c.t. ha rilasciato un’intervista a ‘Tuttosport’ analizzando il match
Parliamo di Juve-Napoli. Possiamo definirla la partita tra le prime della classe?
«La classifica del momento parla chiaro. Juve-Napoli è il vero big match».
Avendo allenato il Napoli prima della sua epopea bianconera, lei conosce vantaggi e difficoltà nel fare grande calcio in quella piazza. Di quello griffato De Laurentiis cosa le piace?
«La programmazione. De Laurentiis e i suoi collaboratori hanno investito parecchio su Cavani, ma sono anche andati a prendere giocatori poco conosciuti e poi dimostratisi molto forti. A tutto si è aggiunta la bravura dell’allenatore. La Juve dà la sensazione di avere ancora qualcosa in più, ma il Napoli non è lontano».
La Juve sta mantenendo il passo della scorsa stagione anche senza Conte in panchina.
«Se alla fine la Juve non dovesse vincere, le ragioni andranno cercate in altre direzioni. Il fatto di giocare senza Conte in panchina non influisce. La straordinarietà del lavoro di Antonio è legata all’attività quotidiana».
Il pericolo per la Juve dunque non è rappresentato da Conte in tribuna ma da Cavani in campo. Come si ferma l’uruguaiano?
«Cavani è un bomber atipico, spazia molto, poi ti attacca all’improvviso. Lascio volentieri la risposta a Conte».
Il risultato di Juve-Napoli sposterà gli equilibri?
«Non a questo punto della stagione. Piuttosto sa cosa non mi piace di questa partita? Che non ha senso confondere il calendario dei rispettivi campionati con quello delle Nazionali. Ed è una cosa che coinvolge pure me visto che ho un giocatore in Iran e uno in Paraguay nell’imminenza del mio di big match».
Il tema è d’attualità, in effetti.
«Conte e Mazzarri si devono sentire come i portieri di un hotel, gente che parte, altra che arriva. E una cosa senza senso a tutte le latitudini. Pensi che io sono andato a giocare i quarti di finale della Champions asiatica in Arabia Saudita, contro l’Al Ittihad,
e non era mai accaduto a una squadra cinese. Eppure la federazione ha avuto la bella idea di piazzare la settimana prima di quel match un’amichevole della Nazionale in Europa, seguita da una in Brasile. Il risultato è che due giocatori mi sono tornati infortunati, gli altri in pochi giorni sono passati da tre fusi orari diversi. E una volta rientrati, sono partiti con noi per l’Arabia Saudita, con ulteriori cinque ore di diversità in quanto a fuso».
Pensa anche lei che i calendari andrebbero rivoluzionati?
«Certamente. Lo sostengo anche da ex commissario tecnico. Per Prandelli giocare dei match decisivi per la qualificazione al Mondiale prima di Juve-Napoli non è il massimo. Con tutto questo sfarfalli è inevitabile che i giocatori si distraggano, o che corrano il rischio di farlo, anche se sono ragazzi intelligenti».
Lei come agirebbe?
«Basterebbe anticipare di venti giorni il via del nuovo campionato e organizzare alla fine i tornei di qualificazione per le nazionali. In Asia come in Europa».
Non pensa che ci sarebbero delle resistenze da parte dei ct?
«Credo di avere una certa esperienza per dire che i vantaggi ci sarebbero sia per chi allena un club, sia per i ct».
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