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Cavani entra oggi nella storia del Napoli, giocando la partita numero 100 in azzurro. Ma vuole di più il Matador che rappresenta il grande colpo dell’éra De Laurentiis, perché in quella estate del 2010, quando il presidente convinse Zamparini a cederlo, non si poteva immaginare che l’uruguaiano potesse arrivare così in alto. E segnare tanto. Sessantanove reti, se ne fa una a Catania raggiunge a quota 70 Vinicio, l’allenatore che importò la zona dall’Olanda nel ’74, e Canè. Edinson ha lanciato la sfida anche ai bomber del passato. Da vero leader. Non erano di circostanza le parole pronunciate dopo il rinnovo del contratto fino al 2017 con un sostanzioso aumento di stipendio (4,5 milioni annui) e una clausola rescissoria fissata a 60 milioni.
Cavani ha detto di essere legato a Napoli e di voler vincere. Lo ha ripetuto in un tweet notturno. Una ”precisazione” che farà felici i tifosi del Napoli. «Colgo l’occasione per chiarire quelli che sono i miei obiettivi: fare tanti gol, vincere titoli e lasciare il segno in questo club, superare i record che hanno fatto idoli come Maradona, Careca, Vojak e Sallustro. Queste sono le sfide e le motivazioni della mia vita quotidiana». Vuole arrivare ad oltre cento gol e un pensiero fisso è diventato portare il Napoli lassù, vincendo il terzo scudetto dopo aver conquistato la quarta Coppa Italia nella sfida contro la Juve il 20 maggio scorso all’Olimpico. «Non abbiamo dimenticato quanto è accaduto nella Supercoppa a Pechino, cercheremo subito la rivincita in campionato», ha fatto sapere Edinson.
Puntuali i ringraziamenti diretti a Mazzarri e ai compagni. Anche in questo caso non sono cose di prammatica perché Cavani è diventato un bomber grazie all’allenatore, che lo ha trasformato da esterno in centravanti, e ai compagni che si sono alternati al suo fianco in questi anni. Da Lavezzi, formidabile assistman, a Pandev, tornato a splendere come ai tempi dell’Inter del triplete, fino ai giovani Insigne e Vargas, che tanto potranno migliorare seguendo partner di tale classe ed esperienza. Un attacco super, con 14 reti segnate nelle prime cinque gare della stagione (il cileno Edu è esploso giovedì: tripletta all’Aik), in grado di partire all’assalto dello scudetto, oltre che di puntare al passaggio del turno in Europa League. Perché la finale di Amsterdam potrebbe valere molto in termini economici e di immagine: le partite della seconda competizione internazionale non sono l’occasione per gite fuori porta, tant’è che De Laurentiis e Bigon hanno rafforzato il parco delle «seconde linee», seguendo l’indicazione di Mazzarri.
A Catania torneranno gli attaccanti titolari, ovvero Cavani e Pandev. Hanno riposato entrambi giovedì, il primo in tribuna e l’altro in panchina per la partita contro gli svedesi dell’Aik Solna. Ci sono energie da gestire, anche perchè mercoledì arriva la Lazio al San Paolo, altra squadra partita forte in campionato. «Non vogliamo fermarci», ha detto il macedone Goran, diventato anche vicino di casa di Cavani. Abitano a Parco Matarazzo, nel punto più alto di via Tasso. A Edinson, che ha riletto in questi giorni le pagine di storia del Napoli per studiare i numeri degli attaccanti più prolifici, farà piacere sapere che in quel parco c’era l’appartamento di Albertino Bigon, papà di Riccardo, il direttore sportivo del club azzurro, e tecnico del secondo scudetto, quello ’90. La scaramanzia ha un suo fascino.
Il Mattino
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