Rincaro dei prezzi e flop abbonamenti, si svuota il San Paolo

 

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PRESENTI, per ora, hanno avuto sempre ragione e sono ritornati a casa soddisfatti: cinque successi di seguito, nel promettente avvio di stagione al San Paolo. Ma nemmeno il percorso netto intrapreso dalla fine di luglio, tra amichevoli e campionato, è bastato al Napoli di De Laurentiis per riempire come ai vecchi tempi le tribune di Fuorigrotta. Il trend degli spettatori è infatti molto negativo, in controtendenza con il magic moment che sta vivendo sul campo la squadra di Mazzarri: prima in classifica e assai convincente nelle sue ultime prove, al di là dei risultati. La partita di domani contro il Parma dell’ex Donadoni (ore 15), calendario alla mano, può rivelarsi il trampolino di lancio perfetto per consolidare la leadership degli azzurri, con le altre due capolista in trasferta: la Juve ospite del Genoa e la Lazio a Verona con il Chievo, mentre Cavani e compagni avranno dalla loro parte il fattore campo. C’è però il pericolo che resti solo un vantaggio teorico, visto che la prevendita anche questa volta procede a rilento e al momento sono stati acquistati poco più di diecimila biglietti. Eppure la prospettiva di un allungo è reale e in altri tempi avrebbe garantito il pienone. Sarà già tanto, invece, se i fedelissimi attesi allo stadio riusciranno ad affollarne in extremis almeno la metà. I cinque precedenti stagionali non sono troppo incoraggianti, in questo senso. Il top al botteghino sono stati i 32 mila spettatori paganti (abbonati compresi) che il cassiere di Fuorigrotta è riuscito a contare prima della sosta in occasione della sfida tra Napoli e Fiorentina, due settimane fa. Un dato decisamente sotto la media, tenendo conto che si trattava del debutto interno degli azzurri in campionato. Il San Paolo ha abituato da sempre ad altre cifre, pure nelle amichevoli. E per questo non sono stati soddisfacenti neanche i numeri dei test estivi con Bayer Leverkusen (25 mila), Bordeaux (24 mila Sporting Braga (16 mila) e Olympiakos (11.800). Eppure De Laurentiis s’era dato da fare per ingaggiare avversari di grido, con il duplice intento di riempire il forziere e di semplificare il rodaggio della squadra di Mazzarri, bisognosa d’ostacoli d’alto livello. Ma la corsa al San Paolo non c’è stata, mentre ha avuto assai più successo lo stadio virtuale, grazie alla vendita delle partite in pay tv. È il rovescio della medaglia di una precisa strategia economica portata avanti da De Laurentiis, che non ha mai nascosto di puntare soprattutto sugli incassi garantiti dalle televisioni. I conti del club azzurro, nonostante il calo netto al botteghino, continuano infatti a essere floridi. È la squadra, però, che rischia ora di essere penalizzata dalla emorragia di pubblico. Fuorigrotta, di questo passo, smetterà di essere il solito uomo in più. Grave il fiasco della campagna abbonamenti: ferma a quota 12 mila, pure senza la preclusione della tessera del tifoso (e i prezzi bloccati). Quelli dei biglietti restano invece troppo alti. E saranno in pochi anche col Parma.

La Repubblica

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