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E ora è realmente un altro giorno; e anzi è proprio un’altra annata: da vivere senza macchia e (pure) senza paura, lasciandosi alle spalle le disavventure dell’estate scorsa, dimenticando gli accidenti che ne hanno minato l’inserimento, scacciando via ogni perplessità, raschiando il fondo del barile per rimediare gli otto milioni di buoni motivi (e di euro) per mostrare Miuel Angel Britos, per dare un senso compiuto a quell’investimento massiccio del luglio 2011. «I probleimi fisici sono oramai alle spalle e questo mi dà serenità. Consideratemi un nuovo acquisto del Napoli» .
SI RIPARTE – E allora, ricapitolando: Gamberini e Behrami, Insigne ed El Kaddouri, Uvini, Mesto e pure Migel Angel Britos, che esce dal tunnel del Camp Nou alla distanza e rinfrancato, cinque mesi persi per una frattura rimediata ad agosto e smaltita soltanto a gennaio; e poi le paure che restano nella pelle; e poi la incertezze inevitabili per aver perso l’abitudine al ritmo-partita e la confidenza con gli avversari; e poi undici presenze (e una rete) per ripartire lentamente e per cominciare ad apprendere i segreti della difesa a tre, per cominciare ad infilarsi in quel settore che sull’asse Campagnaro-Cannavaro-Aronica procede a memoria ormai da chissà quanto e dimostra di tenere ancora. «Ma il peggio è passato, sto bene e spero anche di andare presto a segno ».
STORY – Britos è l’obiettivo dell’estate del 2010 che svanisce nella nuvola d’una richiesta insostenibile; Britos è il centrale (mancino) individuato in epoca non sospetta e poi reclutato con dodici mesi di ritardo, sempre attraverso un versamento sontuoso; Britos è un interrogativo che viene generato da quella serata «disgraziata» a Barcellona, quando un’amichevole di lusso si trasforma nello strazio personale che va avanti ben oltre i cento giorni e i mille quesiti. «Ma recupererà? ». Ci vuole la politica dei piccoli(ssimi) passi: un assaggio in coppa Italia e un altro in campionato; uno spezzone di qua ed uno di là; prima che si viri, che arrivi il ritiro di Dimaro e l’investitura di Mazzarri – «sarà lui il terzo di sinistra titolare della nostra retoguardia» – diventi un balsamo sulle ferite del passato. «La fiducia del tecnico è importantissima per qualsiasi calciatore e lo è stato anche per me. Io la sento e ciò aiuta» .
SPERANZE – Ma stavolta si fa sul serio e tra campionato, Europa League e coppa Italia bisognerà mostrarsi per intero, esibire le proprie qualità, ricambiare la fiducia e assecondare le aspettative: Napoli-Parma riconduce in campo ed introduce ad un tour de force impressionante, sette partite in venti giorni in cui ognuno potrà svelarsi compiutamente, attraverso qualità ed aspirazioni. E (pure) l’ora di Britos, dunque, che nel cassettone ha un bel po’ di sogni confessti a Sky, dunque al satellite, dunque a chiunque: «C’è una parola che nel nostro spogliatoio, ma mi pare anche in città, non si pronuncia mai; e non sarà certo io a farlo. Però ci sentiamo in corsa, ecco. E poi ci teniamo molto anche alla Europa League, un torneo che mi intriga molto. Qui sto bene, sono contento, c’è un bel clima nella squadra e ragazzi di valore: Insigne è molto bravo, nel suo piccolo mi ricorda Miccoli; e Cavani, invece, è il più forte di tutti. Anche di Falcao….» .
Fonte: Corriere dello Sport
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