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Mazzarri non mette fretta al Napoli. Né il Napoli mette fretta al suo condottiero. Del rinnovo del contratto se ne può parlare sempre con calma. Ma più in là. Magari a partire da gennaio. «È stata una mia scelta, ho bisogno di sollecitazioni forti. È la prima volta che inizio una stagione senza avere almeno un biennale. Se mi chiamasse ora la società? Ringrazierei per la stima ma risponderei che adesso non è il momento», ha ribadito ieri in una intervista alla Gazzetta dello Sport il tecnico azzurro che contro il Parma festeggia la sua trecentesima partita su una panchina di serie A. Mazzarri non chiede fretta alla società sul contratto che scade a giugno del 2013, ma non sembra per questo che siano avviate le pratiche del divorzio. Al contrario. Il clima è disteso, sereno. Come mai prima d’ora tra De Laurentiis e il suo allenatore. Non ci sono, al momento, ostacoli all’eventuale prolungamento del matrimonio fra il tecnico toscano e il Napoli. Di sicuro non ci sono ostacoli di natura economica. Mazzarri, dopo aver vinto la Coppa Italia e trascinato il Napoli al traguardo degli ottavi di Champions League, sa di essere stato elemento fondamentale per la crescita del club di De Laurentiis. E al tempo stesso sa che il patron della Filmauro lo ha aiutato a divenire uno dei top-allenatori della nostra serie A. Il diesse Bigon, negli ultimi mesi, avrebbe anche tentato di proporgli un ingaggio di 2,5 milioni di euro di base fissa più i premi, un accordo addirittura triennale. Ma Mazzarri ha chiesto tempo. «Meglio così, devo avere anche io sollecitazioni forti», ha replicato. In scadenza non c’è solo Mazzarri, ma tutto il suo staff tecnico: da Pondrelli a Papale a Frustalupi. Le dichiarazioni distensive lasciano intendere che, prima o poi, con il Napoli un accordo si può trovare. E che il fatto che inizi la stagione con il contratto in scadenza non deve creare un caso. Lui vuole restare e la società lo vuole tenere. I conti sono presto fatti: ha raccolto una squadra in fondo alla classifica, ha favorito la crescita costante di un gruppo che, più o meno, è lo stesso della gara d’esordio con il Bologna nell’ottobre 2009. Il suo lavoro ha fatto lievitare il fatturato del club e fatto esplodere le quotazioni di Lavezzi (comprato a 4,5 milioni di euro nel 2007 e venduto per 31 milioni questa estate) e trasformato in un campione Cavani (che chi vorrà scippare al Napoli lo dovrà fare staccando un assegno da 63 milioni). Mazzarri non ha intenzione di definire al più presto una situazione che non lo logora. Lo scorrere del tempo non lo pone in una condizione di inferiorità nei confronti del Napoli, né gli fa perdere potere contrattuale nella trattativa. L’appoggio della società nei suoi confronti è stato illimitato. E De Laurentiis lo ha ammesso: «I risultati? Il merito è al 90 per cento del mio allenatore». Per poi aggiungere. «Ma io ho il merito di averlo scelto e di averlo trattenuto». A meno di sorprese clamorose e al momento assolutamente non prevedibili, del nuovo contratto il Napoli e il legale di Mazzarri, Beppe Bozzo, cominceranno a parlarne alla fine del girone d’andata. Mazzarri, intanto, vola in alto, sulla vetta del campionato, e tutto sembra così normale per lui. Perché Walter è uno che non soffre di vertigini. Questi tre anni hanno consegnato il prototipo di un allenatore vincente. Personaggio freddo, scorza dura, non accetta i compromessi con i giocatori ma è in grado di cavarne il meglio. Uno così, ragiona il tifoso, è da trattenere a forza.
fonte: Il Mattino
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