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La corsa contro il tempo è partita ieri mattina e proseguirà fino a martedì prossimo, quando è previsto il sopralluogo della verità allo stadio di Fuorigrotta. Ma una certezza c’è già, senza neppure attendere la settimana di conto alla rovescia che le istituzioni del pallone hanno concesso al Napoli. La caduta di stile di domenica scorsa non dovrà più ripetersi ripetersi, perché il calcio italiano non può e non vuole permettersi un altro danno di immagine, dopo essersi suo malgrado mortificato in occasione della sfida tra gli azzurri e la Fiorentina. L’imperativo è ora evitare un’ulteriore brutta figura il 16 settembre, quando è in calendario la partita contro il Parma. Entro quella data in una maniera o nell’altra l’erba del San Paolo sarà dunque rimessa nella condizione di ospitare degnamente la serie A. Non resta che scegliere il modo per battere l’emergenza.
Il primo sopralluogo di ieri, a cui ha preso parte l’agronomo di fiducia di Figc e Lega, Giovanni Castelli, sembra aver sbloccato la situazione. Non c’è stata necessità di ultimatum, perché da parte del Napoli c’è la massima disponibilità a correre ai ripari. Le
cure al prato sono già in corso da parte della ditta Marrone e pure con l’aiuto della pioggia l’erba ha ricominciato a crescere: in fretta. Si andrà avanti con le attuali terapie, supportate da rilievi e prelievi, fino alla scadenza del count down di martedì prossimo. Soltanto allora, se i risultati raggiunti non saranno stati apprezzabili, verrà presa in considerazione l’opportunità d’un intervento più rapido e drastico, quando mancheranno 5 giorni alla sfida con il Parma. La strada estrema da percorrere, nel caso di necessità, è quella della rizollatura del prato: parziale o totale. Le due aree di rigore, specialmente se nei prossimi giorni tornerà il caldo, sono le zone più in pericolo. Ma se l’esito del sopralluogo di martedì prossimo sarà negativo, nonostante gli interventi in corso, potrebbe essere necessario correre al riparo con le nuove zolle in tutte le parti del campo. Costi quel che costi. De Laurentiis, a sue spese, lo scorso anno aveva tirato a lucido l’erba del San Paolo con 350 mila euro di investimento. E stavolta potrebbero servirne meno della metà.
Fonte: Repubblica