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di Vincenzo Matino
Un campionato Under – 20 sudamericano, un mondiale Under – 20 e una medaglia d’argento alle olimpiadi di Londra 2012. E’ il palmares niente male di Bruno Uvini, il centrale difensivo ormai ex San Paolo acquistato dal Napoli per 3 milioni di euro. Le vittorie giovanili fanno pensare subito a un predestinato, un calciatore promesso all’Olimpo del calcio. In patria qualcuno lo ha già paragonato a Thiago Silva, per carisma e forza fisica. Per carità, non che i paragoni non facciano piacere, ma forse è meglio far crescere e maturare il ragazzo senza le ansie di dover subito “dimostrare”. In una piazza come Napoli il passo da fenomeno a bidone è breve, brevissimo. Il Ds Bigon ha inseguito Uvini per più di un mese, soffiandolo alla Roma di Zeman. Ha avuto l’occasione di osservarlo, seppur per una sola gara, alle Olimpiadi. Lo scouting azzurro aveva segnalato il giocatore alla dirigenza già da tempo, fattore forse determinante nell’acquisto in questa sessione di mercato. Un diamante grezzo, anzi, un colosso d’argilla che aspetta di essere modellato dal calcio italiano e dalle sapienti mani di Mazzarri.
LA STORIA – Nato il 3 giugno 1991 a Capivari, nello stato di San Paolo a 16 anni riesce ad entrare nel club del capoluogo paulista. La trafila del giovane difensore è di quelle eccellenti. Il suo carisma, oltre al talento, lo portano ad essere capitano di tutte le selezioni juniores. L’esordio in prima squadra avviene nel 2010, quando Uvini ha solo 19 anni. Con il club paulista ha accumulato per la verità poche presenze, ma sono bastate a far conoscere le sue qualità agli osservatori d’oltre oceano. Se nella massima serie brasiliana non ha avuto forse lo spazio che meritava, il giovane centrale si è ampiamente rifatto con la maglia verde oro della nazionale brasiliana, riuscendo a vincere un mondiale Under – 20 da capitano e una medaglia d’argento alle Olimpiadi.
CARATTERISTICHE – Solidissimo dal punto di vista fisico, 85 kg distribuiti su 187 cm, abbina le qualità dei migliori stopper europei all’innato talento nel tocco di palla, tipico dei brasiliani, anche nei difensori. Basta ricordare il già citato Thiago Silva o Lucio. Abilissimo nel gioco aereo, si distingue per la personalità, per il senso della posizione e per la “ferocia” con cui marca gli avversari. Un marcatore vecchio stampo. Unica pecca è forse la velocità, non tra le principali caratteristiche di Uvini. Ma è un fattore che riesce a bilanciare con un ottimo tempismo negli anticipi, con cui riesce spesso ad avere la meglio su attaccanti brevilinei e veloci. La speranza del direttore Bigon è quella di aver acquistato in prospettiva, a un prezzo dopotutto ragionevole, uno dei migliori difensori in circolazione. Ora starà ad Uvini adattarsi al campionato italiano, mentre ai tifosi e alla società si chiede una cosa che si vede sempre più raramente nel mondo calcistico, la pazienza.
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