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Schietto ma timido e poco incline alla frase ad effetto. Il ‘piccolo’ Lorenzo Insigne ricorda un po’ Messi anche in questo. Nessuna voglia di fare notizia se non con i gol e le azioni strabilianti. Perché in fondo è questo il mestiere di un calciatore: non quello di comparire sui giornali per ciò che dice, ma per ciò che fa. Nell’intervista rilasciata a ‘Repubblica’, Insigne si mette a nudo e racconta qualche aneddoto sul suo passato. Ah, e non chiamatelo “basso”: potrebbe zittirvi con un golazo dei suoi: “È stata dura, nessuno mi ha regalato niente. Ho cominciato nello spiazzo di fronte casa a Frattamaggiore. Partite infinite, il pallone lo portavo io. Quanti ne ho persi, mio padre doveva ricomprarlo. Il resto, però, dovevo guadagnarmelo. Sono stato scartato dall’Inter e dal Torino perché ero troppo basso. Mi ero quasi stancato, poi Giuseppe Santoro mi ha portato al Napoli. Lo ringrazierò sempre. Con Mazzarri ho un ottimo rapporto, i suoi consigli sono preziosi”.
NUOVA AVVENTURA – A Napoli è già un idolo, ormai si parla solo di lui. E il caso ha voluto che a spianargli la strada per un posto da titolare fosse la squalifica di Pandev, proprio il compagno che lo paragona a Messi: “Lo ringrazio, ma ha esagerato. Lasciamo stare questi accostamenti. Leo è un fuoriclasse. Ma il più grande di tutti resta Maradona: non l’ho mai ammirato dal vivo, mi sono dovuto accontentare dei racconti e di qualche filmato. Dal 1′ con Cavani sarebbe un onore, ma deciderà il mister”. Napoli lo ama e anche la squadra lo stima molto, tanto che il presidente De Laurentiis lo ha già blindato fino al 2017: “Spero di essere all’altezza. Da tifoso, mi piacerebbe diventare un giorno la bandiera del Napoli. L’affetto dei tifosi è fantastico, ma non voglio montarmi la testa”. Non ci può non essere un pensierino alla Nazionale: “Fra i giovani migliori, a parte il mio amico Immobile, mi piace Mattia Destro. È già in nazionale, vorrei guadagnarmi anch’io la stima di Prandelli”.
CHE BELLA FAMIGLIA – Il segreto di Lorenzo? Vivere in una famiglia speciale, che lo ha salvato dalla strada e lo ha indirizzato sempre al meglio: “Alcuni ragazzi della mia zona hanno preso una brutta strada. Io no. Il merito è dei miei genitori. Mio fratello Roberto mi ha seguito: gioca nella Primavera del Napoli, dicono sia più forte di me (ieri due gol contro la Roma, ndr). Ci hanno insegnato il piacere di fare un sacrificio. Ho lasciato la scuola dopo la terza media, già ero nel Napoli, i miei genitori non volevano che la mattina rimanessi a casa. Allora mi alzavo alle 6 e aiutavo mio cugino al mercato”. Tanto che nel tempo libero non ha dubbi su come passare il tempo libero: “In famiglia e con la mia fidanzata. Ogni tanto andiamo al cinema”. Unico vezzo? I tatuaggi: “Ne ho 12 o 13, ma adesso mi fermo. Non c’è più spazio”.