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Adesso che il Napoli ha puntato su di lui, Bruno Uvini ha un solo desiderio: giocare, finalmente. È l’obiettivo di tutti gli atleti ovviamente, ma la storia del nuovo difensore della squadra di Mazzarri è particolare. Ha infatti disputato più incontri con le varie selezioni nazionali che con il club di appartenza. “Non ho mai capito – ha detto anche nei giorni scorsi prima del suo trasferimento – perchè non ho mai avuto un impiego costante nel San Paolo”. Appena nove partite dal 29 settembre 2010, giorno del suo debutto in prima squadra e anche il suo passaggio inglese, quest’anno, al Tottenham, in prestito, non ha lasciato tracce. Ventun anni, è nato il 3 giugno 1991 a Capivari nello stato di San Paolo, Bruno è un difensore che, accanto alla forza e alla potenza (è alto 190 centimetri e pesa 85 chilogrammi) ha anche un buon tocco del pallone, una grande concentrazione in campo e soprattutto una innata leadership che, racconta, fin da piccolo gli inculcato il padre, ex giocatore del Ponte Preta di Campinas. Tuca, il papà, ha avuto una grande influenza nella formazione calcistica del figlio: ex difensore aveva una scuola di calcio a Capivari, si chiamava ‘Pinta de Craque’ e lì Bruno Uvini Bortolanca ha mosso i suoi primi passi per poi essere notato dal San Paolo che nel 2007 lo prese nelle giovanili. “Mio padre – racconta il futuro difensore del Napoli – ha avuto sempre una grande leadership e non solo perchè era il professore nella sua scuola di calcio. Ma anche nelle categorie inferiori del San Paolo ho avuto come allenatori sempre persone con una spiccata personalità, Sergio Baresi, Vizzoli, Zè Sergio. E con questi insegnamenti, in casa e sul campo, ho formato il mio carattere”.
LE NAZIONALI – Bruno Uvini dal giorno del suo debutto nel San Paolo è stato sempre al centro delle attenzioni dei vari selezionatori del Brasile. Nel 2011 fu chiamato nell’under 20 per disputare il torneo continentale, era il capitano e nello stesso anno divenne campione del mondo di categoria con il Brasile, sempre con la fascia al braccio anche se sempre nel 2011 si dovette fermare per qualche mese per una frattura del perone. Poi l’11 maggio scorso il debutto nella Selecao maggiore e la convocazione per le Olimpiadi, dove, anche se ha giocato appena qualche minuto, oltre a portarsi a casa una medaglia d’argento ha potuto arricchire il suo bagaglio tecnico e di esperienza grazie alla vicinanza e ai consigli dell’ex difensore del Milan Thiago Silva.
MI MANDA THIAGO – I Giochi di Londra hanno rappresentato la svolta per Bruno Uvini, finora specializzato in nazionali (19 presenze comprese un paio di reti nell’under 19), ma che finalmente con il Napoli si vede aprire le porte anche nella squadra di club. “Mi ha aiutato molto – ha detto – aver passato tutto questo tempo accanto a Thiago Silva. È un difensore di livello mondiale e mi ha dato molti consigli soprattutto per la posizione da tenere in campo e la lettura del gioco. Mi ha raccontato che lo ha imparato nel Milan e non c’è dubbio che mi porterò dietro e utilizzerò i suoi insegnamenti, mi saranno molto utili. È stato un privilegio essergli accanto, anche se solo negli allenamenti”. L’ormai ex difensore del San Paolo, soprattutto per quanto mostrato in nazionale, è stato paragonato come stile di gioco prima allo stesso Thiago Silva, poi anche allo juventino Lucio ed è molto amico dell’interista Juan, accanto al quale ha giocato e vinto con l’under 20, come dire che l’Italia, almeno quella del calcio, la conosce già: è pronto per il Napoli.
Il Corriere dello Sport