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Bocche chiuse, che nessuno parli. L’ordine è partito da Aurelio De Laurentiis, inferocito come mai s’era visto, subito dopo il fischio finale. Questa sconfitta non gli è andata proprio giù. Se non avesse contato fino a dieci, prima di decidere per il silenzio, si sarebbe meritato sicuramente il deferimento, perché ne avrebbe avute per tutti. È andato via subito dopo la fine dell’incontro decretata da Mazzoleni, il maggiore imputato (secondo lui) per la sconfitta, non prima però di aver dettato un altro ordine: il Napoli non dovrà partecipare alla premiazione. Una decisione che ha gettato nel panico i dirigenti e i funzionari della Lega. Ma De Laurentiis non ha voluto sentire ragioni: non c’è stata la possibilità di una mediazione, perché è rientrato subito in albergo.
LE MOTIVAZIONI – Nello spogliatoio il caos è continuato, tutto il Napoli se l’è presa con la direzione di Mazzoleni. Sono trapelate alcune indiscrezioni a proposito degli episodi che hanno scatenato la rabbia dell’ambiente napoletano. Il club ritiene che il fallo di Fernandez su Vucinic sia inesistente; che l’espulsione di Pandev sia stata capziosa; che ci sarebbe stato un rigore su Behrami per fallo di Barzagli; che l’espulsione di Zuniga sarebbe stata inesistente, mentre ritiene vergognosa la prima ammonizione del colombiano. Il Napoli denuncia anche un occhiolino rivolto da Buffon, probabilmente, a Rizzoli dopo il gol del 4-2. Alcune voci hanno raccontato anche il pensiero del Napoli su quanto accaduto: dirigenti, tecnici e giocatori sono convinti che l’assegnazione della Supercoppa fosse già stata decisa, che a vincerla sarebbe dovuta essere la Juventus. Tutte questioni che hanno mandato fuori di testa il presidente che in privato s’è sfogato scagliandosi contro Lega e sistema arbitrale.
TENSIONE PRE GARA Qualche momento di tensione l’ha vissuto anche nell’immediata vigilia della gara, Aurelio De Laurentiis: prima di raggiungere l’ingresso a lui riservato, ha dovuto girare per due volte intorno allo stadio. “Ora basta, mi avete rotto le scatole, per me questa partita non ha più senso“, ha urlato. La rabbia è tracimata sul 2-2, quando l’arbitro ha espulso Pandev. Secondo ilNapoli, il giocatore non avrebbe detto nessuna frase offensiva al guardalinee Stefani, ma si sarebbe limitato a dire che quello segnalato non era fuorigioco. All’uscita degli spogliatoi, il giocatore si è lasciato scappare: “Io non ho detto niente all’arbitro, se capisce anche il macedone è davvero bravo… “.
Brutta figura Il presidente avrà avuto pure le sue motivazioni, ma di certo il comportamento imposto alla squadra è poco condivisibile. Non partecipare alla premiazione è stato uno schiaffo all’organizzazione e alla Juve, vincitrice del trofeo. Ora il Napoli rischia il deferimento, ma la sanzione sarebbe al massimo una multa. L’ammutinamento napoletano ha suscitato la reazione di Gigi
Buffon che ha contestato a Morgan De Sanctis, suo secondo in Nazionale, l’atteggiamento del club. “Noi a Roma ci eravamo fermati e abbiamo battuto le mani al Napoli—ha detto il tecnico bianconero Carrera —. Bisogna sempre onorare gli avversari“. Sulla stessa linea Marchisio: “Siamo dispiaciuti perché il rispetto è la cosa più importante. Sul campo bisogna applaudire chi festeggia: noi l’abbiamo fatto con il Napoli in Coppa Italia e in Nazionale all’Europeo con la Spagna“.
Gazzetta dello Sport