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Da due campioni azzurri di ieri al talento di oggi e di domani. Bruno Giordano e Andrea Carnevale, protagonisti del Napoli più forte d’ogni tempo, parlano volentieri di Lorenzo Insigne che oggi, con la stessa maglia azzurra, s’affaccia al grande calcio. Forse anche perché un po’ in lui si riconoscono. Non foss’altro che per quell’esordio in serie A avvenuto per tutti e tre a meno di vent’anni. A ventuno, all’età del Lorenzinho di Frattamaggiore, poi, bomber Giordano era già un passo avanti e addirittura viaggiava in doppia cifra con la Lazio.
Il profilo del ragazzo di Napoli e del Napoli visto e ‘disegnato’ da un allenatore che aspetta di ributtarsi nella mischia e da un cacciatore di talenti in giro per il mondo per quell’Udinese, premiata e riconosciuta fabbrica di giovani campioni. Gente che se ne intende e che non si lascia pregare per pronosticare un futuro importante per Insigne. A patto, raccontano Giordano e Carnevale, che al ragazzo si dia il tempo di crescere e anche di sbagliare, in una Napoli che, come ogni città che vive anche di calcio, non sempre è disposta ad aver pazienza e ad aspettare.
Per entrambi, comunque, il talento di Insigne non va mortificato da un calcio, quello italiano soprattutto, che ai giovani spesso stenta a dar fiducia. A Mazzarri, dunque, a nome di chi non la pensa in questo modo, il compito di vincere ogni diffidenza. Seppure, è ovvio, con le cautele che ogni allenatore deve avere per trasformare un giovane talento in un campione vero.
Fonte: Corriere dello Sport
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