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La controfigura di Antonio Conte per questo strano inizio di stagione avrà fisico da difensore, pizzetto brizzolato e accento toscano. Marco Baroni, dall’estate 2011 tecnico della Primavera juventina, è pronto ad accomodarsi sulla panchina principale. Siederà fisicamente nel posto dell’ex capitano la domenica e comparirà ufficialmente nelle
distinte. Ma moralmente e durante la settimana a Vinovo non cambierà nulla: la guida è – e resterà – lo Special One del Salento.
VERSO PECHINO – Dei deferimenti – e delle conseguenze dirette (quindi delle probabili squalifiche) – Baroni ha saputo da Dortmund, dove è impegnato con i suoi ragazzi in un torneo internazionale. La prossima tappa – la prima da alter Conte – arriverà presto. Il calendario processuale potrebbe regalargli addirittura la supercoppa italiana di Pechino. E’ una piccola possibilità, ovviamente in casa Juve vorrebbero evitare. Sarebbe un battesimo di fuoco. Nel caso l’incrocio sarebbe curioso: contro il Napoli, la squadra con cui da giocatore ha vinto lo scudetto. Già, c’era anche lui nella difesa dello squadrone di Diego Armando Maradona del 1989-90.
DIVERSI E UGUALI – Fiorentino dalla battuta facile, avrà il difficile compito di sostituire Conte nei novanta minuti di partita. La panchina la vivono in modo diverso. Antonio è sempre in piedi, spesso tarantolato. Marco si alza e si siede, ma nei modi è molto più mite. Simile invece è l’idea di calcio. Sono allenatori esigenti, danno tanto e pretendono
altrettanto. Fare da tramite per Baroni sarà semplice, quasi naturale. I principi di gioco della sua Primavera sono gli stessi della squadra campione dItalia: possesso palla, aggressività, azione che deve sempre partire dal portiere e svilupparsi con il pallone rasoterra. Dovrà abituarsi al ruolo, non alla lingua calcistica da trasmettere.
IN SERIE A COL SIENA – Sulla panchina-palco dello Stadium Baroni si è seduto la scorsa stagione. Serata sfortunata per la sua Juventus, sconfitta nella finale d’andata di coppa Italia dalla Primavera della Roma. Serata maledetta soprattutto per la casa juventina, che in quella occasione ha scoperto per la prima volta l’amarezza della sconfitta. Da allenatore ha già assaporato pure la serie A. Esperienza veloce, tre partite in tutto. Era la stagione 2009-10. ll Siena – anche lì allenava la Primavera – gli affida la panchina a tempo dopo l’esonero di Marco Giampaolo . Conquista un punto e passa il testimone ad Alberto Malesani. La stagione seguente lascia la Toscana per un’avventura tra i professionisti: destinazione Cremonese (Prima Divisione).
AVVENTURA JUVE – Corteggiato dal dg del vivaio juventino Giovanni Rossi , che a lui aveva pensato già l’anno precedente, Baroni arriva a Torino la scorsa estate. Al buon palmares giovanile (la Primavera del Siena laveva portata in finale) aggiunge una Viareggio Cup, torneo nel quale brilla il talento promettente Leonardo Spinazzola. Adesso Baroni dovrà entrare in fretta nel ruolo di controfigura. L’attore principale è esigente, ma proprio la sua vicinanza (durante la settimana) è la migliore delle garanzie possibili.
Fonte: TuttoSport