Raiola rilancia: “Hamsik e Cavani non vanno via per non affrontare De Laurentiis”

 


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Continuano le schermaglie tra Mino Raiola e Aurelio De Laurentiis. Dopo aver definito il presidente un fascista (CLICCA QUI PER RILEGGERE L’ARTICOLO), il procuratore sportivo rilancia nel corso di ‘Radio Goal’ a Kiss Kiss Napoli e parla anche di Hamsik e Cavani.

 

Ecco le dichiarazioni di Raiola: “De Laurentiis l’ho incontrato una sola volta a cena dopo a Londra. Mi è simpatico, anche la sua signora lo è, ma ha più timore lui di me che io di lui. Abbiamo idee diverse, lui gestisce il Napoli a modo suo, io faccio il mio lavoro che è quello  di proteggere un calciatore e fargli sentire la carriera tra le proprie mani. Io un rompiscatole? Per me è un complimento, so che preferisce calciatori che non hanno me come manager e questo è complimento“.

 

HAMSIK – Preciso di non essere l’agente di Hamsik e quindi non voglio parlare di lui, se non con un discorso generico: quando un calciatore non vuole restare in una squadra deve poter andar via altrimenti perde il 50% di se stesso. Hamsik ha rinnovato il contratto perché ha un presidente forte, per questo deve avere un certo tipo di carattere per affrontarlo. Ci sono pochi calciatori in grado di affrontare un presidente come De Laurentiis. Non so se i big vogliano restare a Napoli per volontà o per non affrontare De Laurentiis”.

 

CAVANI – Se avesse la possibilità di andare via lo farebbe, questa possibilità deve dargliela De Laurentiis

 

PROCURATORE DI INSIGNE? – E’ un grande talento, la volontà deve essere del calciatore. È gestito bene e non voglio aprire bocca su questo discorso, non vale la pena aprire un’altra polemica”.

 

SCANDALO IBRA – I soldi che spende una società sono privati e non pubblici. La Francia dovrebbe essere felice dell’investimento degli sceicchi nel loro calcio. Hollande dovrebbe esserne felice perché gli investimenti producono un maggior introito di tasse“.

 

GLI SCEICCHI IN ITALIA – Conduco una personale battagli affinchè arrivino ad investire anche in Italia, nello sport e non solo. Il problema che li blocca sono le vecchie infrastrutture presenti qui e la politica che li blocca“.

 

A.I.

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