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Il bacio degli dei «schiocca» nell’aria rarefatta d’un pomeriggio «magnifico» per davvero e sarà pure calcio «finto», accademico, assolutamente relativo ma la stellina che illumina Dimaro disegna parabole fantasiose e traccia scie luccicanti: l’Insigne-show è il regalo – quasi annunciato – del fato che, accovacciato sulla collinetta, interviene massicciamente, lascia che un palo neghi ad Hamsik la prima rete, che due montanti s’oppongano a Vargas e che uno stacco contronatura tecnica apra le danze e le celebrazioni per quel genio privo di sregolatezza che alla fine ne fa tre, esibendo con il destro e il sinistro l’enormità d’un patrimonio tecnico da far stropicciare gli occhi.
Napoli-Rappresentativa Trentino è un’amichevole, definizione forse persino enfatica, ma ciò che resta d’un 9-0 è l’assoluta naturalezza di quel diavoletto che ha nelle corde i movimenti dell’attaccante senza limitazione alcuna e che ha dentro di sé un’allegria contagiosa, una personalità spiccata, capace di rimuovere ogni rischio di emozione nel debutto con gl’idoli d’una volta. La cronaca separata da Insigne è improponibile, perché persino nella conta dei legni (cinque complessivi, uno pure di Britos) l’attaccante reclama la sua parte: perché è giusto non farsi mancare assolutamente nulla.
Fonte: Corriere dello Sport