Dossena in gran spolvero, la paternità gli mette le ali

 

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Dev’esser tutto merito di Romeo: ma quel jet che viaggia ad altezza uomo persino tra i tornanti, al fresco degli abeti e nella calura a cielo scoperto, sembra un altro. Devono essere le nuove responsabilità, consegnategli dalla signora Deborah, che mentre culla Romeo, ricorda al marito che è cambiata la vita: e quel diavolo scatenato, una furia che parte e va come un razzo, si lascia i compagni alle spalle. Dev’essere l’energia che consegna la paternità o forse no, è semplicemente un’impressione: ma quel Dossena che scatta a ripetizione sembra ringiovanito, una furia come al bel tempo che fu, che gli valse prima il Liverpool e poi le gioie d’un gol al Manchester United e uno al Real Madrid. Perché le cose vanno fatte per bene, come il 13 maggio scorso, ultima di campionato, la partita del congedo, che per lui pareva definitivo: due reti al Siena, non gli era mai accaduto. Romeo s’era già annunciato e Dossena aveva voglia di poterselo coccolare dedicando al pargolo e alla mamma quella doppietta più unica che rara. Benevenuti a Dimaro, nella prima estate di Andrea Dossena da papà, l’immagine della felicità: “E’ ancora presto per sbilanciarsi, perché il mercato non è ancora entrato nel vivo e molte cose potrebbero cambiare: ma noi abbiamo un gruppo consolidato e dunque valori già noti. La Juventus forse è un pochino avanti, nella volatona per lo scudetto; ma subito dietro ci siamo noi, alla pari con qualche altro club”.

ECCOLO QUA – Il tormentone di giugno è intorno alla fascia sinistra, ormai consegnata gerarchicamente a Zuniga: Dossena al Milan, ma no forse alla Roma, ma va lo vuole la Fiorentina e lui, senza prendersi sul serio, smanettando sul cellulare, si diverte: “Vuol dire che c’è ancora chi capisce di calcio”. Un mese dopo, non c’è più nessuno spiffero e – a meno di clamorose sorprese dell’ultima ora, come s’usava dire un dì e come conviene sempre riparare in periodo di mercato – ricominciano le danze e sarà ancora duello ad oltranza. Zuniga è avanti, ma Dossena scalpita, corre, preparara il personalissimo assalto alla stagione a modo suo.

CALMA E GESSO – I fluidificanti son fatti così: attaccano, vanno sul fondo e poi crossano; assist per chi verrà a ruota, che stavolta arriva al microfono di Sky ed è un gran bel servizio per Goran Pandev, celebrato dal collega che quando scavalla, cerca l’uomo che ha l’istinto del killer. “Io capisco che si debba parlare tanto dell’addio di Lavezzi, ma per quanto mi riguarda mi soffermo soprattutto sull’acquisto di Pandev: la sua permanenza è un valore aggiunto per noi, perché Pandev è il calciatore più completo che il Napoli abbia in rosa. E sapere di averlo dalla nostra parte è un gran bel vantaggio“. E uno.

BABY GOL – L’ispirazione c’è e si vede, pure dialetticamente: è prima ancora che la stagione cominci, dalla sinistra di Dossena arrivano suggerimenti preziosi per i nuovi leoncini di un Napoli sbarazzino, che cerca dentro di sè le risorse per ergersi a protagonista. Da Dossena ad Insigne: et voilà, la fantasia va al potere. “Lorenzo mi ricorda molto Giovinco: ha una facilità disarmante nel saltare l’avversario ed ha dimostrato nelle sue due passate stagioni, prima in C e poi in B, di avere anche confidenza con il gol”.

VOGLIA DI – E Dossena va, un diavoletto tra i boschi e sul campo e pure dinnanzi alla palla di vetro, nella quale c’è l’ottimismo di chi ormai si cinge di (un fiocco) azzurro: “Il primo appuntamento è già un’emozione e noi andiamo a Pechino con l’intenzione di vincere la Supercoppa. Ci stiamo preparando alla grande e vogliamo fare l’impossibile per portare a Napoli un altro trofeo”. Un regalino (pure) per Romeo.
Fonte: Corriere dello Sport

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