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di Antonio Izzo
Si chiude una vita da giramondo del pallone. Quella di Cristiano Lucarelli, un uomo vero, un goleador di razza. A 37 anni ha detto basta ed ora ha deciso cosa fare nella sua seconda vita. Da bomber ad allenatore, visto che ha seguito il corso di allenatore a Coverciano. L’ultima tappa della sua corsa è stata proprio il Napoli, dopo aver vinto il suo primo e unico trofeo in Italia, la Coppa Italia. Un rapporto quello con la società azzurra che Cristiano si augurava più fortunato e invece segnato dal grave infortunio del 16 settembre 2010 in Europa League contro l’Utrecht che lo ha tenuto fuori 4 mesi e ne ha condizionato il prosieguo. Ma a parte il gol contro la Juventus del 22 maggio 2011 che negò l’Europa alla Juventus dopo 20 anni (periodo di Calciopoli a parte), Lucarelli ha lasciato il suo marchio di enorme esperienza al Napoli; lui, che ha calcato i campi di mezza Europa, così prodigo di consigli ai compagni, quest’anno in particolare al ‘Pocho’ affinché migliorasse il suo senso del gol. In esclusiva a Napolicalciolive.com, il bomber ha ripercorso le tappe più significative della sua carriera, svelando anche i suoi futuri programmi da allenatore e parlando del Napoli che verrà.
Ciao Cristiano, partiamo dalla tua decisione. Lasci il calcio giocato dopo aver vinto con il Napoli il primo e ahimè unico trofeo in Italia. Cosa farai adesso?
“Si, è stata una grande emozione pur non avendola vissuta da protagonista sul campo. Ho deciso di lasciare prima della fine del contratto per dedicarmi ad una nuova carriera, quella di allenatore.
Si è letto che sarai sulla panchina degli Allievi del Parma. Confermi?
Al momento non è ancora ufficiale. E’ d’obbligo usare il condizionale perché sarà la società a decidere.
C’è in particolare un allenatore a cui ti ispirerai o un modulo che ti piace particolarmente e che adotterai? Ad esempio quello di Mazzarri?
Il modulo di Mazzarri mi piace molto, ma servono calciatori con determinate caratteristiche per adottarlo. Di sicuro quello che tenterò di fare è di andare incontro alle caratteristiche dei calciatori che avrò a disposizione e giocare nel modo più congeniale a loro.
Chiudi la tua lunga carriera da attaccante dopo aver segnato valanghe di gol. Ma c’è un rimpianto che hai da calciatore?
No, di rimpianti non ne ho, è chiaro che in determinate situazioni avrei voluti che le cose girassero meglio ma sono uno che è sempre stato se stesso, ho detto sempre la mia facendo arrabbiare anche diverse persone, diversi presidenti…Ma mi son preso tantissime soddisfazioni, come la Nazionale. E’ stata una strada lunga ma l’ho percorsa sempre da me.
Magari posso suggerirtene uno di rimpianto: manca un tuo gol al San Paolo con la maglia azzurra…
E’ vero! Sarebbe stato il suggello anche se le due stagioni al Napoli non le ho vissute da protagonista, visti i fenomeni presenti nel reparto d’attacco. Un gol al San Paolo sarebbe stato bellissimo.
Col senno di poi, avresti voluto venire al Napoli in un altro momento della tua carriera? In passato il tuo nome era stato accostato più volte alla società azzurra…
Fossi venuto in passato, sarei stato nel top della mia forma fisica e magari ci saremmo divertiti di più. Ma come ho detto prima, la mia vita è fatta di zero rimpianti. D’altronde chiudere la carriera a Napoli, vincendo una Coppa Italia, è un privilegio non da tutti. Ma devo anche dire che qui sono stato molto sfortunato perché arrivavo da una stagione in cui ero andato in doppia cifra in serie A (con il Livorno ndr) e all’inizio della prima stagione in azzurro mi è capitato quel brutto infortunio (contro l’Utrecht ndr) che mi ha messo fuori gioco per 4-5 mesi. Stare fuori così tanto per me è dura; intanto, fortunatamente per il Napoli, stava esplodendo Cavani, centravanti atipico, che pian piano ha iniziato a segnare tanti gol e da allora lo schema del Napoli non ha neanche previsto più una prima punta come potevo essere io.
Cosa ti resta di questi due anni di Napoli?
Mi restano tanti bei ricordi, Napoli ha un grande spazio nel mio cuore e la mia famiglia continuerà a viverci ancora un altro anno; io farò il pendolare e da Parma tornerò a Napoli ogni fine settimana.
Parliamo del Napoli che verrà. Come vedi il Napoli senza un calciatore estroso e ‘anarchico’ come Lavezzi? Quanto cambierà l’assetto tattico predisposto da Mazzarri?
Dal punto di vista organizzativo della difesa ci sarà un miglioramento, maggior equilibrio, ma dal punto di vista offensivo il Napoli perderà estro e velocità. Ci sarà insomma un nuovo modo di giocare.
Quest’anno sei stato un importante punto di riferimento per il ‘Pocho’, insegnandogli i segreti da bomber di razza: ora metterà in pratica i tuoi insegnamenti in un grande club come il Psg…
Lavezzi è un grande calciatore, oltre che un bravo ragazzo, generoso e altruista. Io spero solo che stia bene, che non si penta della scelta compiuta e non senta nostalgia di una città come Napoli che ti resta dentro dopo averla vissuta.
E a tuo avviso credi che la società debba operare una scelta importante sul mercato per sostituirlo o può fare affidamento sull’attuale parco attaccanti?
Il riscatto di Pandev è stata una scelta molto felice. Goran ha dato dimostrazione, l’anno scorso, di essere un grande calciatore, importante per questa squadra. A mio avviso non serve che la società operi un grande acquisto.
Cristiano, grazie per la disponibilità e in bocca al lupo per la tua carriera da allenatore.
Crepi il lupo.