Todo sobre Cavani non è il titolo di un film di Almodovar, no, però è di certo un modo efficace per spiegare la situazione venuta fuori insieme con il piano, la strategia che le volpi bianconere del deserto starebbero preparando per arrivare a lui. Il Matador: lo vuole Tabarez, che gli ha già confermato di portarlo all’Olimpiade; lo vuole la Juve, che pensa di offrire Matri-Giovinco e tra i 15 e i 20 milioni di euro; lo sognano in tanti; se lo tiene De Laurentiis. E anche ben stretto. E allora tutto su Cavani: dall’America, conquistata ieri con prima tappa a Miami, a Napoli. Che è l’oasi con acqua, palme e decine di gol da esibire così, come in vetrina: guardare ma non toccare. Sì, la storia è questa: Edi non si tocca.
LA RISPOSTA – Giù le mani da Cavani? Beh, sì, la formula corretta potrebbe essere questa. Senza prescindere dalla versione ufficiale veicolata dal responsabile della comunicazione azzurra, Nicola Lombardo: « Il club non ha bisogno di cedere». Tutto qua. Poche ma incisive parole che, unite alla volontà sbandierata come un vessillo da De Laurentiis ormai da mesi ( «Non prendo in considerazione un’offerta che sia inferiore a 70 milioni di euro»), raccontano tutto.
L’ADDIO AMERICANO – Tutto su Cavani. Sobre il Matador che nel frattempo è in Florida, sbarcato ieri pomeriggio all’aeroporto internazionale di Miami proveniente dal Messico insieme con la signora Sole e il piccolo Bautista, per giocare la partita di chiusura del tour benefico orchestrato da Messi e salutare amici e colleghi. Lavezzi compreso, già ceduto al Psg, e pronto a dare vita all’ultima, romantica e già nostalgica, dei Tre Tenori: Pocho-Matador-Hamsik, tutti insieme in campo negli Stati Uniti. Beh, forse era meglio così. Un addio da lontano.
LA GIOIA – Se almeno loro si emozioneranno? Beh, chissà. Probabile, forse, sì. Fatto sta che in mezzo a tante sensazioni, dentro il cuore del Matador ce n’è un’altra di gioia vera, pura: il C.t. Tabarez lo porterà ai Giochi di Londra come fuoriquota. Lui certamente, e poi due tra Rios, Suarez e Muslera. Edi, però, ci sarà. E non sta nella pelle, non vede l’ora: lo ha desiderato talmente tanto e ora sa di avercela fatta. Olè Matador. E il Napoli? D’accordo con lui, al suo fianco. Anche se l’11 agosto la squadra potrebbe presentarsi a Pechino, a sfidare la Juve in Supercoppa, senza il suo animale da gol: tutto dipende dal percorso della Celeste all’Olimpiade. A suo tempo.
L’INGAGGIO – Questo, invece, è ancora il momento delle vacanze. Che proseguiranno proprio in Florida, per qualche giorno, dopo la partita con Messi e company. Un po’ di sole, un altro po’ di relax e poi le chiacchierate con il suo manager, Pierpaolo Triulzi, ieri con lui a Miami. Di cosa parleranno? Di tutto, ovvio. Napoli compreso: che è nella testa di Cavani, sulla sua pelle e nel suo sangue. Ama la maglia, moltissimo; e impazzisce per la città e la sua gente: Edi è felice, non ha voglia di andare. No. Però si aspetta che il club lo accontenti: che venga incontro alla sua esigenza di avere un ingaggio più congruo al livello e ai risultati. E’ questa la richiesta. L’argomento che sarà messo anche sul tavolo, nel corso di un incontro che l’entourage del calciatore ha chiesto al presidente.
LA CITTA’ – Nel frattempo, si gioca. Si gioca a Miami e anche a Napoli: al calciomercato. Giochi pericolosi d’estate, perché soltanto l’idea di perderlo fa tremare tutti: « Se non va via, aranciata a vita”. Questa è Napoli. E’ il signor Claudio, l’uomo con la pelle bruciata dal sole di un chiosco antico oltre 100 anni in pieno centro, a via Chiaia: è qui che a volte s’è fermato Edi per bere spremute d’arancia; è qui che il popolo si aspetta di vederlo ancora.
Corriere dello Sport
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