Italia-Francia al San Paolo, lo Sport campano si mobilita

In via Strettola Sant’Anna alle Paludi, sede del comitato campano della Federcalcio, aspettano solo la comunicazione ufficiale. Poi la macchina organizzativa per Italia-Francia al San Paolo del prossimo novembre si potrà mettere in moto. Napoli e il Napoli lo meritano. «Lo auspico fortemente – sottolinea il presidente, Salvatore Colonna – sarebbe un appuntamento importantissimo e anche un’attenzione doverosa nei confronti di un grande club come il Napoli è tornato ad essere». La Figc campana è a disposizione anche se il proprio coinvolgimento sarà relativo. «Tutto ciò che deve essere fatto sarà fatto – prosegue – ma è altrettanto evidente che l’organizzazione dell’ufficio squadre nazionali della Federcalcio è non solo collaudata, ma davvero di prim’ordine». La partita della Nazionale a Napoli sarebbe essenziale anche per rimarginare la ferita dei fischi all’inno di Mameli all’Olimpico. Che per il presidente federale Abete non costituiscono condizione ostativa. Ma Colonna va oltre: «Il popolo napoletano è generoso. Sono convinto che nella sua interezza riscatterà il gesto assolutamente negativo che deve essere recuperato appieno».

L’attenzione ora si sposta su qualche piccolo lavoro da fare al San Paolo e sul presidente del Napoli De Laurentiis. Nessun invito ufficiale, ma certo una dichiarazione del presidente del Napoli per portare l’Italia al San Paolo non dispiacerebbe e servirebbe ad accelerare la decisione attesa a breve. E chissà che Italia-Francia non possa essere una delle ultime partite dell’Italia al San Paolo.

Nella scelta tra Fuorigrotta e Ponticelli il segretario della Figc regionale, Enzo Pastore, motore instancabile del calcio campano si schiera con la seconda ipotesi. «Non si può chiedere a un pur grande appassionato – dice – di dedicare sei ore a una partita di calcio tra trasferimenti e visione del match. Auspico la costruzione di uno stadio nuovo in una zona logistica utile in tutti i sensi possibili per gli spettatori. Una posizione che ho già rappresentato in passato nelle commissioni miste tra organismi sportivi e amministrazioni locali. Lo stadio nuovo nell’area Est servirebbe anche per costruire nuove strade così da decongestionare il traffico nella cosiddetta linea rossa del Vesuvio. Ridimensionare il San Paolo, da aprire a tutte le attività sportive, e costruire uno stadio nuovo sul modello della Juventus, ovviamente con numero adeguato di spettatori, servirebbe anche a dare un grande impulso allo sviluppo della cultura dello sport».

Fonte: Il Mattino

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