L’ex campione del mondo Fabio Cannavaro ha rilasciato alcune dichiarazioni sulle pagine de ‘Il Mattino’, riguardo la partita di questa sera: “Tifo Napoli, la passione di una vita: parte alla pari contro la Juve. Avevo 19 anni quando Bianchi mi fece esordire a Torino in serie A. Ho vissuto tante gioie nel calcio, arrivando fino alla conquista della Coppa del mondo, ma l’emozione della prima volta non si scorda mai. Mi sarebbe piaciuto vivere questo evento, dopo venticinque anni il Napoli ha la possibilità di vincere la Coppa Italia e Paolo, mio fratello, è il capitano della squadra. Io sono da sempre tifoso del Napoli. Da ragazzo puoi odiare o amare la Juve: io vi ho giocato, l’ho conosciuta e apprezzata perchè è un club con il maggior numero di italiani in organico, perchè ha costruito il proprio stadio e ha creato la school per i giovani. Ma il Napoli è la squadra della mia città. Per Paolo, che ha fatto del Napoli la sua Nazionale, sarebbe una gioia immensa e meritata: secondo napoletano dopo il mitico Juliano a ricevere questo trofeo. Paolo ha dovuto sopportare ingiustamente il peso dei paragoni con me. Ha fatto errori e cose buone, come tutti i calciatori, però i suoi sbagli sono stati rimarcati di più. Il Napoli deve fare il Napoli, giocando a ritmi alti e aggredendo gli avversari. Chi vincerà più duelli, porterà la Coppa a casa. Non è detto che chi lascia una squadra non ami più quella maglia: mi farebbe piacere se i tifosi del Napoli lo capissero, non fischiassero Lavezzi e lo ringraziassero per quanto ha fatto a Napoli. Le cose si decidono in due, mai da soli: mi riferisco al calciatore e alla società. C’è una cultura diversa in Spagna: ho giocato con il Real Madrid e là sono ricordati con affetto tutti i calciatori che hanno indossato la cameseta blanca. In Italia chi va via passa per un traditore, un mercenario“.
VM
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