Ieri mattina ha accompagnato Maria Soledad a fare shopping nel cuore della Napoli-bene, zona piazza dei Martiri. Cavani è apparso rilassato, su di morale, pronto per il grande rientro dopo lo stop per squalifica con il Siena. Ed a chi lo implorava di fare il possibile per battere la Juve, ha risposto con un sorriso. «Daremo il massimo, questo è sicuro», ripeteva il Matador tra una posa per una foto-ricordo o il rilascio di un autografo. Nessuno dei pochi tifosi incrociati, però, ha osato parlare di futuro con lui. Per due motivi: il presente è troppo importante per tutti ed il futuro di Cavani non è in discussione. Nonostante ci siano corteggiatori pronti a svenarsi per lui, De Laurentiis non ha alcuna intenzione di privarsene.
SFIDA CON SE STESSO – Al Matador piacerebbe tanto ripetere trentatrè domenica notte all’Olimpico. Gli manca, infatti, un altro gol per eguagliare il record personale stabilito lo scorso campionato con la maglia del Napoli. Fu lui a trascinare i suoi al passaggio del girone di qualificazione di Europa League con una rete alla Steaua Bucarest in pieno recupero; fu grazie ai gol dell’uruguagio (26) che il Napoli ha assaporato la Champions League; e sempre per meriti dell’uruguagio (eliminazione dell’Inter con una doppietta e del Siena con un altro gol) se i partenopei sono arrivati alla finale di Coppa Italia. Cavani rincorre ora il bersaglio che può impreziosire la sua stagione e quella del Napoli. Lo rincorre in silenzio e con il sorriso sulle labbra. Come in silenzio e con il sorriso sulle labbra replicava a chi in estate insinuava sulle sua capacità di ripetersi a quei livelli in zona gol. Il Matador si è ripetuto, eccome. Peraltro in tutte e tre le competizioni. Ed in Champions ha lasciato a bocca aperta i tifosi del Manchester City come quelli del Chelsea. Manca la ciliegina. Ed è lui per primo a volerla regalare prima a se stesso e poi ai tifosi del Napoli. Del resto in quel teatro che è lo stadio della Capitale ha avuto modo di esultare sia con la maglia del Palermo che con quella azzurra: gol alla Roma nel 2008-2009 e gol alla Lazio l’anno dopo in rosanero; doppietta ai giallorossi lo scorso campionato con la maglia del Napoli. Familiare, quindi, il manto erboso dell’Olimpico; ancora più intrigante, invece, eguagliare il record delle trentatrè reti in una stagione e consacrarsi una macchina da gol senza eguali. Alla sua età per giunta, venticinque anni da poco compiuti, nel giorno di San Valentino. Logico spuntare corteggiatori un po’ ovunque: dove trovare un bomber simile? E dove cercare un attaccante che giochi tanto per la squadra?
LO SPAURACCHIO – Ma Cavani spaventa la Juve quanto Lavezzi, più di Lavezzi. Se è in serata, sarebbe capace di tutto, anche di farne tre tutti in una volta. Come avvenne quella sera del nove gennaio del 2011 quando trafisse per tre volte di fila Storari facendo venire i capogiri sia a Bonucci che a Chiellini, realizzando di nuca o di schiena, resta ancora un mistero. Incontenibile il Matador quando incrocia la Juve ed è arrabbiato al punto giusto: andò a bersaglio anche il 4 ottobre 2009, alla Favorita, commentando al termine della gara: «La Juve mi mancava». Assente nella gara d’andata al San Paolo, dove invece furoreggiò Pandev (doppietta), Cavani è pronto ad emettere l’acuto anche nella partita che vale un trofeo, il primo dal suo arrivo in Italia, il primo nella bacheca del Napoli di De Laurentiis. Il Matador ci proverà, farà il possibile per dare un altro dispiacere a Storari, assicurando così quei tifosi che lo implorano: «Tranquilli, daremo il massimo».
Il Corriere dello Sport
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