Maradona contro il fisco italiano. Il «braccio di ferro» prosegue e la sfida si arricchisce di un altro capitolo. Ieri infatti, è stato il giorno dell’udienza extragiudiziale per il tentativo di mediazione proposto dallo stesso ex campione argentino. Ma quest’altro passaggio della spinosa vertenza si è concluso con una «fumata nera». Diego, attraverso i suoi legali, Angelo Pisani e Angelo Scala, si è visto negare questa possibilità da Equitalia Sud e Agenzia delle Entrate. Ennesimo colpo di scena in una contrapposizione infinita nella quale l’ex «pibe de oro» è chiamato in causa dal fiscoper una pendenza di 40 milioni di euro. Maradona aveva offerto tre milioni e mezzo di euro (pagati dai suoi sponsor) per risolvere bonariamente la querelle fiscale che dura da cinque lustri. Offerta respinta al mittente. E anche ieri, alla Stazione marittima diNapoli, molo Angioino, dove ha sede l’organismo di mediazione (Italia Mediazione), si è sviluppata un’altra «battaglia»: l’avvocato Angelo Pisani ( ospite lunedi sera su RaiUno nel salotto televisivo di «Porta a Porta» per illustrare la vicenda) ha chiesto che il procedimento fosse estinto. Equitalia e Agenzia delle Entrate, invece, assenti all’incontro, hanno notificato con un messo un avvertimento a «non predisporre nessun verbale».
Ma il mediatore incaricato non ha raccolto questa richiesta e al termine dell’udienza, ha fatto stilare il verbale ed ha annotato l’assenza dei rappresentanti di Equitalia e dell’Agenzia delle Entrate, oltre il mancato riscontro sulla proposta di mediazione di Maradona, dichiarando estinto il tentativo di mediazione. «Chi è assente ha sempre torto – ha tagliato corto l’avvocato Pisani – il fisco italiano aveva il dovere di intervenire. Se in possesso di prove certe sul credito legittimo, liquido ed esigibile nei confronti di Maradona, avrebbe dovuto mostrarle al mediatore. Evidentemente queste prove non ci sono. Maradona non ha nessun debito – ha ribadito Pisani – così come stabilito dai giudici tributari e penali nel 1994». Ha rincarato la dose l’altro legale di fiducia di Maradona.
«Nei confronti di Diego, Equitalia ha commesso due errori riguardanti la notifica e la decisione della commissione tributaria provinciale – ha spiegato Scala in una conferenza stampa che si è tenuta ieri a Napoli – La notifica non è mai giunta a Maradona, mentre un avviso di accertamento è stato inviato al Centro sportivo Paradiso di Soccavo e ricevuto dal custode, come se Maradona risiedesse lì. In più – ha concluso Scala – il titolo di accertamento è già stato annullato dalla commissione tributaria provinciale. Maradona potrebbe agire in giudizio per i danni subiti e chiedere un risarcimento allo Stato italiano».
E su questo punto, è stato esplicito l’avvocato Pisani, confermando le intenzioni di Maradona espresse in un nuovo video-messaggio. «Dopo il no del fisco alla mediazione andremo davanti ai magistrati competenti e chiederemo un risarcimento di 50 milioni di euro per le mortificazioni, violazioni dell’immagine, della dignità e della qualità della vita subite da Maradona, nonchè per le conseguenze dell’impossibilità dello stesso di poter lavorare in Italia negli ultimi 10 anni. Se questo risarcimento dovesse essere accolto – ha concluso Pisani – Diego vorrà destinare i proventi a fondazioni calcistiche impegnate nel sociale e alle vittime del sistema di riscossione tributaria». Domani udienza alla commissione tributaria di Napoli, che dovrà discutere il ricorso di Maradona.
Il Mattino
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