Napoli in Olanda per cercare il sostituto di Lavezzi: si chiama Depay

 

Volendo spendere poco e restando attenti all’anagrafe, si potrebbe guardare con attenzione al campionato olandese (da sempre ricco di talenti offensivi). E a uno dei suoi prospetti più interessanti: Memphis Depay, del PSV Eindhoven.

CARATTERISTICHE – Con le dovute proporzioni, Depay è accostabile a Cristiano Ronaldo – per potenza espolsiva e arroganza calcistica – anche se è meno possente del portoghese. Si potrebbe anche paragonare a Robinho – che non per nulla è il suo calciatore preferito – togliendoli un po’ di tecnica e di capacità di soffrire, aggiungendo però doti di finalizzazione e forza. 176 cm per 70 Kg, dicono le ultime statistiche. Ma forse si arrotonda per difetto. Quel che è certo, è che il nostro sia destrorso. E che preferisca comunque giocare largo a sinistra, per accentrarsi ed esplodere il proprio potente tiro con maggiore continuità. Insomma: esterno d’attacco compatto ed esplosivo, che ha come priorità saltare l’uomo – meglio se con una giocata ‘arrogante’ – per calciare a rete al più presto. Depay, infatti, non brilla certo per visione di gioco o altruismo: il suo ego gli conferisce grande fiducia nei suoi – comunque notevoli – mezzi e lo rende giocatore eclettico e decisamente individualista. Importante, oltre alla progressione, il suo tiro: potente ed effettato, sa farsi valere anche nei calci da fermo. Assolutamente da non sottovalutare, poi, il suo veloce gioco di gambe, che gli consente il dribbling secco. Anche nello stretto. Quello di cui ha bisogno, è un preciso inquadramento tattico. Perchè si renda in grado di dialogare con i compagni e di partecipare anche alla fase di non possesso.

STORIA – Prodotto delle giovanili del Moordrecht, dopo 3 anni allo Sparta Rotterdam, Depay nel 2006 passa al PSV Eindhoven. La società della Philips vede subito in lui talento e classe: eccolo allora completare tutta la trafila delle giovanili biancorosse. Nel frattempo, comincia anche a ‘frequentare’ la Nazionale: con l’Under-17 trionfa nell’Europeo di Serbia 2011 (un gol anche nella finale contro i tedeschi), mentre fallisce sonoramente nel Mondiale Under-17, giocato in Messico. In ogni caso, si guadagna anche le attenzioni di Fred Rutten (l’allenatore della prima squadra del PSV), il quale lo fa lavorare spesso coi ‘grandi’, promettedogli anche minuti sul campo. La stagione corrente, è però molto travagliata per il PSV. Depay esordisce a settembre, in Coppa d’Olanda, contro il WSB. La partita finisce 8-0 e lui mette a segno un gol. Poi, però, il club di Eindhoven comincia a ‘zoppicare’ e il numero 22 perde il contatto con la prima squadra. A marzo, Rutten viene esonerato. Sulla panchina del club della Philips si installa Phillip Cocu, vecchia gloria di casa e secondo di Rutten. E l’ex centrocampista – oltre a far cambiare ritmo alla squadra (mancato accesso in Champions solo per un punto, 7 vittorie in 9 gare e trionfo in Coppa di Lega) – riporta Depay stabilmente nel grande calcio. Tra campionato e Coppa, il classe ’94 colleziona 10 presenze, segnando 3 gol. Quasi sempre, Cocu preferisce fare entrare Depay a partita in corso. Questo per più motivi: contro avversari logori, l’esplosività dell’ala, risulta ancora più devastante; la poca partecipazione alla fase difensiva, sui 90′, potrebbe essere un rischio eccessivo; l’ego di Depay potrebbe non ‘sopportare’ una consacrazione prematura.

NAPOLI E SERIE A – Portare Depay a Napoli sarebbe un investimento. Azzardato, ma non troppo. Il ragazzo ha già dimostrato di poter essere in grado di giocare ad alto livello. Certo: deve limare il proprio stile e – soprattutto – il proprio carattere, ma non costa molto e vanta duttilità tattica e forte personalità. Non sarà utile al gioco di squadra come Lavezzi, ma – oltre ad avere enormi margini di miglioramento – è giocatore che vede molto di più la porta. Il tatticismo italiano, più che frustrarne l’estro, potrebbe essere l’occasione per disciplinarlo e completarlo. Un guadagno per tutti, insomma.

 

Calciomercato.it

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